“Una questione privata”: l’epica della resistenza di Beppe Fenoglio

È ormai verità ben consolidata che gli anni della seconda guerra mondiale, se sconvolsero ogni equilibro politico-sociale, non scivolarono indisturbati senza intaccare sensibilmente anche la letteratura. Numerose accezioni sono state attribuite al termine Neorealismo, tante quante sono le varietà documentarie, letterarie, romanzesche, scaturite dall’esplosività creativa del periodo. Ne analizzeremo una: il cosiddetto Neorealismo epico, di cui eccezionale manifesto è il bellissimo romanzo “Una questione privata” di Beppe Fenoglio, oggetto di una nuova trasposizione cinematografica disponibile nelle sale italiane dal 1° novembre 2017.

La trama è piuttosto essenziale: il giovane partigiano Milton viene a conoscenza che Giorgio, suo amico di sempre e anch’esso partigiano, potrebbe avere avuto una relazione con Fulvia, ragazza che Milton frequentava prima della guerra e di cui era, ed è, profondamente innamorato. La ricerca disperata di Milton del compagno Giorgio per chiarire la verità condurrà il protagonista in una rete di avventure e di inseguimenti, al fine di ritrovare l’amico che nel frattempo è stato catturato dai fascisti.

Il romanzo fu definito da Calvino come il racconto della Resistenza “proprio così come era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta”. Ebbene, la straordinarietà dell’opera risiede proprio nel coniugare al racconto onesto di ciò che fu la Resistenza una componente epica, dove l’epos non si esprime nelle gesta dell’eroe “classico”, bensì in una nuova figura antiretorica, antropologica, capace di sacrificio contro un nemico più grande di sé. Milton non ha nulla di straordinario rispetto ai suoi compagni e non combatte per precisi ideali, al contrario: per lui la guerra assume soltanto il valore di cornice di un quadro che ha per protagonista il proprio amore per Fulvia. Milton combatte sorretto da un istinto naturale, da un principio di dignità umana, da una sovrapposizione confusa degli obiettivi finali: affrettare la fine della guerra e ritrovare Fulvia, con la consapevolezza che lei “è lontana esattamente quanto la nostra vittoria”.

Se non aggiungessimo altro, ci si potrebbe chiedere come sia possibile che un romanzo considerato simbolo della Resistenza ruoti attorno a una vicenda tanto individualistica quanto egocentrica, così apparentemente estraniata dal contesto.
Al contrario, il motivo classico della contesa amorosa veicola ben altri significati: in altre parole, non si vuole stroncare l’avventura di Milton limitandola a una banale questione privata. L’elemento femminile è un pretesto per arrivare al cuore della questione: la guerra civile, la quale, del resto, è la stessa che incombe potenzialmente su Milton e Giorgio, con l’aggravante data dal fatto che essa riguarda due partigiani e non un partigiano e un fascista. Che la storia sia reale co-protagonista del romanzo, lo dimostrano i numerosi micro-racconti sparsi nel libro, che assecondano la caduta dell’unicità di Milton: la vicenda si dilata fino a creare un circuito di spaventosi racconti che si richiamano l’un l’altro quasi simmetricamente.

Non ci resta che valutare se il rifacimento cinematografico sia all’altezza delle aspettative di tutti coloro che hanno tremato, palpitato, sospirato con questo meraviglioso romanzo capolavoro della Resistenza.

 


 

FONTI
Introduzione di Gabriele Pedullà a “Una questione privata”, 2014, Super ET
A. Asor Rosa, “Breve storia della letteratura italiana. II: L’Italia della Nazione” Einaudi, 2013

 

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