Milano è la città della moda per eccellenza. Dagli eclettici abiti firmati delle vittime del fashion, alla moda urbana più recente, ogni giorno le strade della nostra città prendono le sembianze di una passerella. Contrariamente ad ogni stereotipo Milano è coloratissima. I colori dei volti dei suoi abitanti mostrano il meraviglioso miscuglio etnico che le dà vita.
Nessun evento quindi è così rappresentativo della città Meneghina della sfilata: Milano moda per il sociale del 27 Ottobre a palazzo Morando. La manifestazione, con il patrocinio del comune di Milano e della camera nazionale della moda italiana, vede la collaborazione di tre sartorie sociali: Fiori all’Occhiello di Baranzate, Gelso di Torino e San Vittore di Milano. A supportarlo è la fondazione Bracco di Baranzate, cittadina della periferia di Milano i cui residenti appartengono circa a 72 etnie diverse. La fondazione già dal 2016 sostiene il progetto #OltreiMargini che si poggia sulle capacità tessili delle immigrate residenti nel paese, con l’obiettivo non solo di sostentamento economico ma anche di creare una rete sociale che ne favorisca l’inserimento.
Le realtà di disagio si moltiplicano a macchia d’olio nel nostro territorio e il mondo delle sartorie sociali diventa una seconda possibilità. Dietro ad ogni punto cucito si nascondono storie di vita di donne in fuga dalla guerra o che chiedono di potersi riscattare. Se è vero che il lavoro nobilita l’uomo il mondo delle sartorie sociali cerca di restituire dignità con un programma che permette alle donne coinvolte di potersi mantenere. Una realtà umanamente perfetta che aggiunge valore ad ogni capo venduto.
Non si tratta di volontariato, non confondetevi, ma di un vero e proprio business che prende il via da un’adeguata formazione. I progetti seguono mode e tendenze e si impongono sul mercato come una realtà competitiva. Un esempio di come la sostenibilità, l’integrazione e la socialità possono essere una strada differente ma in egual modo funzionale.
Il punto cruciale da discutere quando si parla di realtà di povertà o di disagio è il reinserimento dell’individuo nella società. La parola società stessa indica un rapporto di inclusione, e valore aggiunto di queste realtà è l’obiettivo di creare una rete sociale che sia un appoggio e un punto di partenza. “Nessun uomo è un’isola” diceva John Donne ed è vero che il cambiamento avviene solo se qualcuno crede che sia possibile.
Tra tutte le città d’Italia proprio Milano spicca per la quantità di sartorie sociali che qui hanno sede. La nostra dalla città capitalistica e globalizzata qual è utilizza una delle sue più grandi forze, la moda, per mostrarsi al resto della nazione come un esempio di integrazione e solidarietà.