Da sempre, il design è osannato come la branca dell’arte che meglio coniuga bellezza e funzionalità. Sono tantissime le invenzioni, datate e nuovissime, che permettono di dare la comodità per scontata e dimenticare le piccole inconvenienze con cui si era costretti a fare i conti prima. E bisogna ammettere che c’è una discreta differenza tra usare un apribottiglie qualsiasi ed usarne uno che è anche una gioia per gli occhi.
Ma non sempre quello che rende un oggetto di design unico e innovativo è la sola componente estetica.
Una recente celebrazione del connubio tra bello e funzionale si è svolta a Kolding, in Danimarca, patria di celeberrimi e prolifici designer come Arne Jacobsen, papà della Egg Chair.
L’esposizione, tenutasi al palazzo reale di Kolding in collaborazione con l’Accademia del design della città, ha festeggiato il cinquantenario della scuola omaggiando alcune tra le più meritevoli opere di design. Si parla di vere e proprie icone, rivoluzionarie per l’esperienza dei consumatori.
Non poteva scampare la graffetta, nata nel 1899 e soggetta a ben pochi cambiamenti da allora. Di quali migliorie avrebbe bisogno un oggetto che, nella propria banalità, funziona egregiamente ed è, per giunta, proprio delizioso? D’altronde, non tutti i prodotti di cancelleria possono vantare una menzione nella mostra Humble Masterpieces tenuta dal MoMA nel 2004.
Un altro oggetto tanto umile quanto degno del titolo di capolavoro è l’apriscatole disegnato nel 1950 dal danese Jens Quistgaard e soprannominato pinna di squalo. Anch’esso è bello da vedere e fa un ottimo lavoro. Durante la creazione l’obiettivo di Henningsen era quello di semplificare l’oggetto senza causarne l’impoverimento. Si può dire che abbia avuto un discreto successo, dal momento che al giorno d’oggi la maggioranza dei danesi ne possiede uno e ne sente la mancanza quando, all’estero, non trova un apriscatole altrettanto pratico ed elegante.
Punti cardinali del design sono l’innovazione e la spinta verso un futuro sempre migliore. Pertanto non potevano mancare anche invenzioni più recenti, ottimo esempio del ruolo che il design può assumere in questioni di rilevanza globale.
Tra queste spiccavano le Adidas Ultra Boost Uncaged Parley, sneakers interamente prodotte con plastica recuperata dall’oceano. Ironia vuole che una delle principali cause della massiccia presenza di plastica nei nostri oceani sia il consumismo di massa, dal quale un colosso dello sportswear come Adidas non è certo esente. D’altro canto, il fatto che un brand di culto abbia prodotto delle scarpe con materiale riciclato è un passo in un’ottima direzione, e si può solo sperare che in futuro più brands seguiranno l’esempio di Adidas.
La mostra rappresenta al meglio tutte le qualità del design e ricorda ai visitatori che oggetti di uso comune possono essere rivoluzionari anche quando non cambiano nessun paradigma.
Il design si adatta alla società che cambia e affronta le sfide di ciascuna generazione, pertanto è un prezioso alleato per rendere la vita, impercettibilmente o meno, più agevole.