Il cashmere rappresenta uno dei capisaldi all’interno del mondo, e dell’immaginario, del lusso. Da sempre elemento elitario, negli ultimi tempi sta subendo una massiccia “democratizzazione”: è possibile, infatti, acquistare un maglione in cashmere a 80€, 500€ o 2000€.
Numerosi sono gli elementi che ne determinano il costo, però è necessario stabilire al principio che il cashmere è un tessuto che assume un valore elevato già dal momento della vendita sul mercato di tessuti, che viene in realtà condizionato anche dal meticoloso lavoro di reperimento del materiale e dalla sua rarità.
Il cashmere è un tessuto che proviene dal pellame della capra del Kashmir (dalla regione indiana), sebbene sia una fibra tipica della Mongolia, dove le temperatura sono fredde e secche causando quindi la crescita di un pelo animale lungo e morbido.
Quella del cashmere è una tradizione antichissima e le capre vengono allevate proprio per questa attività. Il metodo tradizionale prevede che i peli vengano estratti tramite pettinatura (e non attraverso rasatura che rovinerebbe la qualità del manto) durante la primavera a cui segue poi la separazione delle fibre lunghe (più pregiate) da quelle corte.
In realtà, non è detto che un indumento più costoso sia di qualità migliore rispetto ad uno meno caro. Oltre ai fattori “tecnici” elencati, molti altri elementi di carattere commerciale concorrono al numero – più o meno elevato – sull’etichetta. Innanzitutto il design, un maglione dalla trama elaborata o dalle cuciture raffinate subirà un sovrapprezzo, e poi il branding, ovvero il nome del designer o della marca che contribuirà esponenzialmente a elevarne il costo. Elemento importante anche il trattamento che il tessuto subisce (più trattato sarà più alto la cifra). Generalmente un buon tessuto di cashmere si colloca, idealemente, tra i 200€ e 400€.
Non è tutto oro quel che luccica: solo perché il cartellone pubblicitario riposta a caratteri cubitali la scritta “cashmere” non significa che lo sia. Anche se i misti non sono necessariamente da considerare il male assoluto, seppur non puro cashmere: unito alla lana sarà un capo che rimarrà saldo, non sformandosi facilemente, con la seta acquisirà una lucentezza duratura e con il cotone risulterà comodo e molto leggero.
Come scegliere (e comprare), allora, correttamente?
Le regole sono piuttosto semplici:
- Leggere SEMPRE l’etichetta: questa è uno dei comandamenti del bravo consumatore. L’etichetta, in questo caso, vi informerà sulla purezza del capo che state per acquistare, quindi se si tratta di puro cashmere o di un misto ( e in questo caso in che quantità il cashmere è presente).
- Toccatelo con mano: un’altra regola d’oro dello shopping. I capi vanno toccati, i materiali sentiti e “valutati”. Come noto, il cashmere si contradditingue per la sua morbidezza. Attenzione però a che l’indumento non sia troppo soffice, ché potrebbe indicare che il capo è stato “slavato” e quindi potrebbe perdere velocemente la consistenza.
Importante è ricordarsi delle ISTRUZIONI D’USO: il lavaggio deve avvenire a mano, non in lavatrice, in acqua tiepida, per una decina di minuti; per quanto riguarda la conservazione, ricordate che il cashmere NON si appende ma si ripiega. Questo metodo evitare di rovinare e bucare il maglione; non fatevi scoraggiare dalla comparsa dei pelucchi, che sono presenti su tutti i tipi di cashmere. Per rimuoverli utilizzate una semplice spazzola per indumenti.
FONTI:
- InStyle, novembre 2016;
- racked.com