A tutti coloro che scrivono, per professione o sia pure per diletto, è successo almeno una volta: la pagina è lì, di fronte a te, e per qualche motivo la mente sembra improvvisamente svuotarsi e non rispondere più agli stimoli. Il blocco dello scrittore è una condizione per la quale non si riesce ad andare avanti nella stesura di un testo, condizione sperimentata banalmente dalla maggior parte di noi già dai tempi in cui a scuola, allo scadere del tempo, spesso il tema da svolgere era ancora in alto mare.
Ma a che cosa è dovuta questa paralisi creativa e, soprattutto, come fare per sbloccarsi? È bene precisare che i motivi possono essere molteplici: a volte si tratta semplicemente di un’insufficienza di idee causata dalla stanchezza. Non tutti (oserei dire quasi nessuno) possono permettersi di fare gli scrittori a tempo pieno, e il più delle volte mettersi di fronte al computer di sera dopo una giornata di studio, lavoro o qualsivoglia cosa, è una zavorra per la nostra scrittura.
Spesso però non si tratta neanche di questo, perché chi ha una passione o un amore sa bene che non esiste stanchezza o mancanza di tempo che tengano. Soffermiamoci su questo dettaglio: chi ama la scrittura tenderà a trattarla come qualcosa di estremamente importante e, di conseguenza, a pretendere la perfezione da sé stesso. Chi scrive in genere legge tanto, e fra gli innumerevoli motivi per i quali può verificarsi il temuto blocco dello scrittore, questo è di certo il più paradossale: il perfezionismo. Capita spesso di leggere un libro e restare incantati da un periodo, una frase, una metafora che a noi non sarebbero mai venuti in mente, cosicché quando tocca a noi scrivere insorge lo sconforto e la sensazione che ogni parola scritta perda di senso, o non sia uno specchio reale di ciò che abita la nostra mente. Ecco che così spesso si tende a lasciar perdere, o a rimandare. Naturalmente non è così per tutti: in questo frangente ci rivolgiamo a quegli scrittori o aspiranti tali che vivono questa condizione, e sono numerosi.
Il consiglio per uscire da questa condizione è banale ma sincero: mai pretendere troppo da sé stessi! L’umiltà è un dono riservato a pochi, essenziale per chi scrive, ma non c’è niente di più sbagliato che bloccarsi nel fare qualcosa perché non ci si sente abbastanza bravi. In primo luogo perché meno si scrive e meno si impara, e poi perché mai nessuna scrittura sarà scadente se guidata da una passione e un’onestà di fondo. Una scrittura onesta ha spesso più valore di una scrittura perfetta: la storia letteraria è satura di geni della parola utilizzata in modo immorale, e non è questo quello di cui la letteratura di oggi ha bisogno. Permettere alla nostra autocritica di stroncare ogni idea sul nascere è il peggior modo per inibire ogni impulso creativo.
Tutti gli scrittori sono un po’ perfezionisti e raramente le proprie opere li soddisfano completamente; ma a volte basta scrivere, scrivere di qualsiasi cosa, e quello che in un primo momento sembra una massa informe di parole, gradualmente si conformerà a ciò che la nostra mente vorrebbe esprimere. Del resto, per citare Richard Bach, uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mai mollato.
Fonti
http://www.gianlucamalato.it/2014/il-blocco-dello-scrittore-cose-e-come-superarlo/
https://www.wired.it/economia/lavoro/2016/03/29/come-superare-blocco-scrittore/