Scegliere la prossima lettura è una sfida che ogni lettore ha affrontato almeno qualche volta nel corso della vita, e almeno una volta è incappato in un obbrobrio assolutamente inclassificabile. Cadere nella trappola diventa più semplice se si sta cercando una lettura fantasy, genere recentemente vittima di un’epidemia di pessime new entries. Per evitare di spendere soldi per qualcosa che in futuro ci si potrebbe vergognare di esporre in salotto o anche solo di possedere, ci sono però alcuni semplici accorgimenti da seguire.
Uno: no alle storie d’amore forzate
Guardate in quarta di copertina, e cercate le seguenti parole chiave: “amore impossibile”, “ragazzo/a bellissimo/a e misterioso/a”, “rubato il cuore”, “chi sceglierà?”. Non suonano anche a voi come un assordante campanello d’allarme? A quanto pare fra gli autori di quarta categoria che cavalcano l’onda di successi come Twilight e altri bestseller del genere è diffusa la convinzione che ogni romanzo che si rispetti debba per forza contenere un triangolo amoroso, o come minimo un amore impossibile, specialmente se sviluppato nel corso di una serie di mirabolanti avventure e nel giro di pochi giorni. Ovviamente non è detto che tutti i fantasy che contengono una storia d’amore siano da buttare, però diciamo che questa è la prima avvisaglia di tempesta all’orizzonte.
Due: se c’è scritto young adult da qualche parte, probabilmente faresti meglio a rimetterlo dove l’hai preso
Non so chi sia il genio che se n’è uscito con questa perla, ma almeno una cosa buona l’ha fatta: ha sfornato un’etichetta perfetta per riconoscere potenziali minacce letterarie. Anche se in pratica non significa niente, ormai YA è la dicitura che gli editori affibbiano ai fantasy (e non) che sperano di lanciare con successo sul mercato, e in buona parte dei casi s’intende che il contenuto è particolarmente adatto ad un pubblico di poche pretese.
Tre: al bando i personaggi stereotipati
Per seguire questa dritta probabilmente avrete bisogno di un amico che si sia immolato per voi; se ce l’avete, potete chiedergli se i personaggi del romanzo su cui avete messo gli occhi sono stereotipati.
Funziona anche se il suddetto amico non è particolarmente critico, basta fargli le domande giuste. Se il protagonista gli ricorda più di due personaggi di altri romanzi, per esempio, consideratelo come l’allarme antincendio che scatta a tutto volume. Menzione speciale al cattivo di turno: anche quest’ultimo deve essere caratterizzato decentemente per superare il test. Una buona base di valutazione è la lista “Evil Overlord”, che elenca tutti gli errori più comuni che un cattivo non dovrebbe commettere mai. In fondo, un buon cattivo è spesso più interessante di un eroe, e si può permettere di essere banale ancora di meno.
Quattro: verosimiglianza
Un altro mito da sfatare assolutamente sui romanzi fantasy è la scarsa importanza che viene data alla verosimiglianza. Soltanto perché la storia è ambientata in un universo alternativo dove esistono gli gnomi, gli elfi e la magia, non significa che possa succedere di tutto e di più; o meglio, può succedere, ma devono esistere delle regole ben precise e devono essere rispettate nel corso delle vicende. Se, per esempio, evocare la magia richiede tanta energia quanta ne servirebbe per compiere un lavoro personalmente – pena la morte, il mago che a pagina 293 sposta una montagna non è verosimile. Se occorrono mesi per percorrere un percorso a cavallo, ci vorranno sempre mesi, anche quando la trama richiederà che ci voglia solo qualche giorno. Se qualcosa succede anche se non dovrebbe, si chiama deus ex machina, ed è praticamente il male incarnato. Guardatevi dagli autori che si prendono gioco in questo modo di voi. Anche qui, probabilmente avrete bisogno di un amico sfortunato che vi metta in guardia.
Cinque: ispirarsi è bene, plagiare è male
Tutti si ispirano ai colossi della letteratura quando scrivono, il che non è affatto male, considerando che i Grandi sono tali per un motivo; il problema sorge quando invece di ispirarsi e basta, gli autori plagiano. Perciò se la trama che state leggendo sul retro del libro che avete in mano somiglia sospettosamente a quella di 1984, forse fareste bene a spendere quei venti euro per qualche altro romanzo.
Fonte: esperienza personale