È risaputo che un grande film non sarebbe lo stesso senza la propria colonna sonora, tanto che ci sono alcuni brani che sono diventati quasi più famosi della pellicola per cui sono stati composti, pensiamo ad esempio a Time di Hans Zimmer per Inception o a Comptine d’un autre été : l’après-midi di Yann Tiersen per Il favoloso mondo di Amélie e la lista potrebbe andare avanti all’infinito. La musica serve al cinema per esaltare determinate scene e coinvolgere ancora di più gli spettatori, così come per suscitare emozioni come angoscia o attesa.
In Dunkirk, l’ultimo lavoro di Christopher Nolan, la colonna sonora si fonde con i rumori presenti nel film (il mare, le bombe, gli aerei in volo) al punto da passare quasi inosservata in certi momenti, ma senza sparire del tutto. Non ci sono tracce prorompenti in grado di commuovere anche da sole, piuttosto nel loro insieme servono a mantenere alta la tensione per tutta la durata del film e l’effetto è ottenuto anche grazie ad un “trucchetto”, di cui parleremo tra poco.
Il film racconta di come nel 1940 le truppe anglo-francesi, dopo essere state circondate su tre lati dall’esercito tedesco, abbiano lasciato la cittadina francese di Dunkerque via mare per raggiungere le coste inglesi e mettersi così in salvo. Tema centrale è dunque lo scorrere incessante del tempo e la lotta contro di esso e per questa ragione la colonna sonora si basa sul ticchettio di un vecchio orologio appartenente al regista. Questo espediente non è una novità per Hans Zimmer che già altrove aveva inserito il rumore delle lancette per creare un effetto ansiogeno (ad esempio all’inizio di Mountains per Interstellar).
Vedendo Dunkirk ci si sente costantemente attanagliati dall’ansia: in parte ciò è dovuto alla storia narrata, ma un grosso ruolo ha la musica che, seppur in tono piuttosto sommesso, è presente praticamente sempre. La soundtrack è stata interamente creata sfruttando una particolare illusione sonora nota come scala Shepard che fa sì che la musica sembri sempre in tono ascendente e ciò coincide con l’andamento del film: cresce la tensione in ciò che vediamo e cresce la tensione in ciò che ascoltiamo. Il meccanismo che sta alla base della scala Shepard è in realtà piuttosto semplice: una scala melodica viene eseguita in contemporanea su più ottave diverse, così facendo le ottave più alte diventeranno sempre più inaudibili mentre quelle più basse diventeranno sempre più evidenti. Se la stessa scala viene ripetuta continuamente in loop l’orecchio umano, anziché accorgersi che periodicamente la scala ricomincia da capo, avrà l’impressione di sentire un tono sempre ascendente.
Questa illusione è stata usata anche nel videogame Super Mario 64, nel brano Echoes dei Pink Floyd e in altri film di Nolan come The Dark Knight e The Prestige. Quella di Dunkirk è dunque una colonna sonora piuttosto diversa da quelle che siamo abituati a conoscere e dietro di essa c’è un attento lavoro di studio e ricerca che merita di essere apprezzato.
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