VACANZE-LAVORO: COME GIRARE IL MONDO SPENDENDO POCO (E GUADAGNANDO MOLTO)

Vi piace viaggiare ma non avete soldi a sufficienza? Siete affascinati dall’idea dell’estero ma i costi vi spaventano? Il nuovo trend delle vacanze-lavoro può essere la soluzione che fa al caso vostro.

Attraverso siti quali www.workaway.info, www.helpx.net, www.helpstay.com e diversi altri, infatti, è ora possibile viaggiare per il mondo senza i costi che normalmente gravano su esperienze di medio-lungo periodo: la famiglia o l’ente ospitante, infatti, ricambia il volontariato garantendo sempre vitto e alloggio.

Il trend delle vacanze-lavoro è ormai una realtà sempre più dominante fra le esperienze che i giovani (perlopiù, ma non solo) intraprendono: mettersi alla prova in un contesto estraneo e straniero, parlare un’altra lingua e incontrare persone da tutto il mondo non può che portare innumerevoli vantaggi. Senza contare l’opportunità di visitare, quando il lavoro lo permette, un nuovo paese – normalmente chi ospita richiede circa 5 ore al giorno di lavoro, mentre i weekend sono liberi.

Cat Rainsford, di professione giornalista freelance, ha raccontato delle sue esperienze come workawayer al The Guardian, Del suo resoconto sul volontariato a Jalovik (Serbia), in particolare, colpisce il concetto di scambio, inteso come un’opportunità di mettersi nei panni di un’altra persona e viverne la vita non solo attraverso il lavoro, ma anche attraverso la condivisione di racconti sulle esperienze di vita locali e l’immersione totale nella quotidianità. Cat Rainsford, d’altra parte, pone anche l’attenzione sul rischio di sfruttamento della manodopera gratuita, ma non c’è da preoccuparsi: se il confine tra scambio e sfruttamento è sottile, come lei stessa afferma, è anche vero che, se affrontata con lo spirito migliore, questa esperienza potrebbe non avere eguali in termini di ricerca di se stessi e di sfida personale.

Anche Silvia Serina, graphic designer, ha condiviso in un’intervista per Repubblica la sua esperienza di vacanza-lavoro. Contratto a tempo indeterminato, vita frenetica tra aperitivi e shopping e poco tempo per (ri)scoprirsi: da qui la decisione di abbandonare una vita di routine e spese inutili per partire come workawayer. Prima Montepulciano, poi lago Trasimeno, poi Blera: attraverso un viaggio tutto italiano, Silvia Serina ha cominciato una ricerca interiore che l’ha portata a scoprire il piacere (e l’importanza) di stare in compagnia di se stessa, a sfidare i cliché sulle donne che viaggiano da sole e a comprendere la necessità di autorealizzarsi:

 

«I proprietari non mi hanno elencato le cose da fare. Mi hanno detto ‘guarda con i tuoi occhi e se credi che qualcosa vada sistemato, sistemalo come piace a te’ perché i contributi personali sono più utili di un ordine eseguito […] Mi sono accorta che nella vita siamo abituati a rispondere a dei comandi, autorealizzarci quasi mai. È stata una bella sfida. […]».

 

Le esperienze di volontariato che si possono avere attraverso i siti sopra menzionati sono fra le più svariate: dalla cura degli animali a quella dei bambini, dalla pratica della lingua all’aiuto con le faccende domestiche, al giardinaggio, al lavoro presso le fattorie (in questo aiuta senz’altro www.wwoof.net, il sito dell’organizzazione che offre la possibilità di lavorare presso fattorie biologiche). Unico promemoria: bagaglio leggero e tanta, tanta voglia di mettersi in gioco. Pronti a partire?

 

Fonti:

http://d.repubblica.it

http://www.repubblica.it

https://www.theguardian.com

https://www.theguardian.com

https://www.theguardian.com

 

Crediti immagine: immagine 1

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