“Nulla altera le qualità materiali della voce quanto il fatto di contenere il pensiero.”
Marcel Proust
Ascoltando la voce di Cathy Berberian è impossibile non comprendere quanto la riflessione intellettuale si possa incarnare nel corpo del cantante nell’atto creativo e performativo. Voce, corpo ed intelletto si fondono nella cantante dando vita ai più interessanti esperimenti vocali dell’avanguardia musicale del XX secolo.
Cathy Berberian, nata nel 1925 nel Massachusetts da genitori armeni, si trasferisce ventenne a Milano per studiare canto lirico al Conservatorio Giuseppe Verdi. Due eventi la immergono nel mondo della musica d’avanguardia novecentesca: il matrimonio col compositore Luciano Berio e l’ascolto al Teatro alla Scala del Wozzeck di Alban Berg.
Gli anni Cinquanta segnano il sodalizio artistico fra Cathy Berberian e Berio. La prima sperimentazione avviene sui testi di James Joyce con Chamber music (1953). La fondazione dello Studio di Fonologia musicale di Milano, nato dalla collaborazione fra Berio e Maderna, dà modo a Cathy di diventare strumento ed artefice di sorprendenti sperimentazioni vocali, sotto la guida di personalità come Jon Cage ed Umberto Eco.
La voce della cantante mostra la sua abilità tecnica, l’estrema duttilità, soprattutto la volontà di piegarsi, con estrema intelligenza ed ironia, alla realizzazione di suoni cacofonici e parodistici. La sua vocalità supera ogni tipo di distinzione fra musica colta e musica popolare, fra canto e rumore e fra mondo teatrale e musicale.
La cantante recupera la dimensione corporea del canto nella gestualità, che si riversa nell’interpretazione del brano sulla scena, coadiuvata dalle espressioni molto marcate del volto ed ampi gesti con le mani e le braccia. Suoni, rumori, gorgheggi e parole si fondono ad una presenza scenica eccezionale, resa tale anche dall’impiego di costumi appariscenti e dalle notevoli capacità mimico gestuali della cantante.
Il vertice della collaborazione con Berio, così come della musica vocale d’avanguardia del XX secolo, sono le opere Sequenza III e Folk Songs. Acuta, ironica e creativa, Cathy Berberian attraversa il mondo dell’opera lirica e barocca per oltrepassarlo, senza mai dimenticarlo, esplorando le onomatopee provenienti dai fumetti, i rumori che avvolgono l’ambiente sonoro cittadino e le canzoni di tante diverse tradizioni popolari. Definita un generatore di stili di canto, Cathy Berberian dimostra che in una sola donna possono risiedere mille voci.
Fonti:
C’è musica e musica. Box di 2 DVD (Feltrinelli) contenente 12 puntate trasmesse dalla Rai nel 1972 e pubblicate su DVD nel 2013. La puntata numero 5, intitolata Mille e una voce, è interamente dedicata a Berberian.
Credits: