Carles Puigdemont, presidente della Generalitat de Catalunya, ha scelto di intraprendere una sorta di mediazione con la Spagna, sospendendo gli effetti della dichiarazione d’indipendenza catalana. Questo atto, che per i più è stato vissuto come un tradimento del leader indipendentista, vista anche la dura repressione del governo spagnolo nei giorni antecedenti il referendum, nasconde il timore celato di una reazione negativa dei mercati all’isolazionismo catalano. Infatti questa scelta, in controtendenza rispetto alle passate dichiarazioni di Puigdemont, sembra essere più il frutto del pericolo di un possibile tracollo economico piuttosto che la paura di intervento militare dell’esecutivo di Mariano Rajoy, ampiamente prevedibile e pronosticabile (giacché nessuno Stato è mai nato da una rivoluzione pacifica).
Il referendum sull’indipendenza della Catalogna ha provocato, nei giorni scorsi, un timore di instabilità economica e di insicurezza giuridica nelle principali società che avevano la propria sede legale a Barcellona, spingendole a spostare il proprio headquarter altrove. Primo fra tutti, il Banco Sabadell ha spostato la propria sede ad Alicante, seguito a ruota da Caixabank, ora trasferitasi a Valencia. Addirittura, la Gas Natural Fenosa e la Sociedad general de aguas de Barcelona hanno installato la loro sede principale a Madrid, e Seat è anch’essa intenzionata, in questi giorni, a lasciare la Catalogna. Stessa strada è stata poi percorsa anche dall’italiana Banca Mediolanum, da Eurona Wireless Telecom, da Dogi, Oryzon Genomics e dall’azienda enologa Cavas Freixenet, oltre che dal colosso autostradale Abertis. Questa fuga è un risultato dell’azione, da un lato, del governo madrileno, che ha promulgato un decreto di semplificazione del trasferimento della sede legale delle società, e del rating negativo che Moody’s assegnerebbe a una Catalogna indipendente (Caa1, e cioè scarsa qualità e rischio alto). Inoltre, l’instabilità politica avrebbe forti conseguenze sul turismo, trasformando Barcellona in una sorta di campo di battaglia, non adatto al fiorire del settore alberghiero e di quello della ristorazione.
Questa situazione è stata, probabilmente, la principale motivazione per cui Puigdemont non ha proseguito nella sua azione indipendentista, preferendo una mediazione con il governo centrale. Infatti la Catalogna, che si vorrebbe dichiarare indipendente proprio in forza della sua fiorente economia, si spoglierebbe di gran parte della sua ricchezza, rischiando di ottenere l’effetto opposto rispetto a quello sperato. Questo, tipicamente, è un caso in cui il mercato indirizza le scelte politiche più di una minaccia di intervento militare.