Il Filo di Arianna: “Ieri” di Agota Kristof

Libri dimenticati, perduti, trovati per caso…il Filo di Arianna si addentra nel labirinto del tempo riportando alla luce antichi tesori.

 

 

Mi sono avvicinata a questo libro un po’ per caso, un po’ per fortuna. Col senno del poi direi proprio che è stata una fortuna. Non è uno dei classici libri che avrebbe attirato la mia attenzione: piccoletto, poche pagine, copertina anonima, titolo che dice tutto e niente.

Ieri è un libro divertente da leggere. La Kristof adotta un tipo di scrittura che si dissocia da tutto ciò a cui sono abituata. Nelle sue quasi cento pagine riesce a racchiudere uno stile molto innovativo e frizzante, che tiene il lettore incollato fino all’ultima riga.

Il protagonista, Tobias, è operaio in un paese non definito, ma non è difficile immaginare che sia collocato da qualche parte nell’est Europa, poco accogliente e molto comunista. Ci viene presentata questa fabbrica di pezzi di orologi, dove da ben dieci anni Tobias svolge da sempre lo stesso lavoro, dove viene venduta “polvere bianca che aiuta ad arrivare a fine giornata, la cui vendita è accettata dalla direzione” e dove spesso la gente impazzisce a causa della ripetitività delle mansioni.

L’unica cosa che lo salva da questa routine schiacciante è una donna, Line, che aspetta da tutta la vita e che sa che prima o poi arriverà. Non sa niente di lei, non sa se l’ha mai incontrata, non sa nemmeno se davvero un giorno farà parte della sua vita, ma questa enorme speranza è tutto ciò che gli rimane per non buttarsi via.

Line potrebbe ricordare sua mamma, prostituta del villaggio in cui ha vissuto parte della sua infanzia, famosa per la sua bellezza e perché tutti i contadini la conoscevano bene, da vicino. Si distingueva tra coloro che andavano e venivano un signore elegante che a lui dava carezze e affetto e che dichiarava di essere suo padre. Tale signore era il maestro della scuola il cui andava Tobias e oltretutto era anche il padre della sua compagna di banco Caroline, detta Line.

Una serie di sfortunati eventi porta Tobias e Line a rincontrarsi dopo quindici anni nella fabbrica di orologi e iniziano a parlare e a passare molto tempo insieme. Line è sposata e ha una figlia, Tobias ha una fidanzata di cui gli importa poco e niente perché stava aspettando lei da tutta la vita.

L’insistenza del protagonista porta la ragazza ad affezionarsi sempre di più, fino a quando non comincia a preferirlo al marito, a desiderarlo e volerlo incontrare sempre più spesso. Quando però arrivano a parlare di relazione vera e propria, di stare insieme per sempre e amarsi senza doversi nascondere, Line si tira indietro perché per lei rimarrà sempre il figlio della prostituta del paese e non vuole mentire ai suoi genitori ed i suoi figli riguardo alla provenienza dell’eventuale marito-padre. Tobias in tutto ciò le nasconde un segreto ancora più grande, cioè che hanno lo stesso padre e di essere quindi fratellastri.

Pazzo per la gelosia del marito, una sera fredda e buia, decide di ucciderlo per risolvere il problema alla radice. Lo aspetta pazientemente sotto casa e, una volta avvistato, Tobias tira fuori un coltello, glielo pianta nello stomaco e scappa. Questa azione sarebbe dovuta essere sufficiente, ma sfortunatamente non è il nostro caso. L’uomo riesce a sopravvivere e il giorno dopo l’accaduto Line si presenta a casa del protagonista dicendogli che non si sarebbero mai più rivisti e che le aveva rovinato la vita.

La storia viene raccontata in un modo molto sottile. Alcuni riferimenti vengono colti con una seconda lettura, le battute sarcastiche sono nascoste tra le righe di questo romanzo senza storia e senza luogo, in cui tutto è facilmente immaginabile ma difficilmente collocabile in un arco spazio temporale. In alcune parti viene impostato quasi come un monologo interiore del protagonista, in cui descrive i suoi pensieri e le azioni che sta svolgendo in quel momento o che vorrebbe svolgere.

Il testo è carico di frasi significative, ci apre gli occhi sulla vita da operaio, schiavo di un lavoro che lo rinchiude in una routine disumana, con orari impossibili che gli permettono a mala pena di riposarsi abbastanza.

Il fatto che l’unica cosa che Tobias cerchi in questa sua vita così poco stimolante sia Line, la donna che esiste, ma forse no, ma che comunque lui aspetta da sempre e per sempre, colpisce. Si capisce dal testo che questo amore così semplice, sbocciato alle elementari, è qualcosa di molto forte e travolgente, che già in tenera età aveva del potenziale e andava sviluppato. Questo amore che torna ad accendersi dopo quindici anni ha qualcosa di estremamente speciale, rende partecipi fino alla fine e l’impossibilità di questa relazione impedita principalmente dalla fermezza di Line nel rifiutare Tobias a causa del suo lavoro poco stimabile e dal fatto che la madre ne avesse svolto uno ancora meno stimabile, tiene viva l’attenzione fino all’ultima parola.


FONTI

A.Kristof, Ieri, Einaudi.

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