Il 23 febbraio del 1887 una scossa di terremoto sconvolse l’entroterra sanremese. I danni furono molti ma la catastrofe più grande si registrò presso il borgo di Bussana (a venti minuti circa da Arma di Taggia). La chiesa ed il castello caddero su se stesse come successe a tutte le casette costruite in pietra. La popolazione fu costretta a lasciare la zona perché ormai distrutta e pericolosa.
Bussana venne nominata ”Vecchia” perché poco più vicino al mare gli ex abitanti diedero vita a ”Bussana Nuova” mentre la loro residenza precedente si avviava a diventare un fondo di deposito per materiale da costruzione. Da fine ‘800 a metà ‘900 solo camion da trasporto viaggiarono sulla stretta e tortuosa strada che dal mare porta al paese distrutto. Il grande cambiamento avvenne intorno al 1960 quando il pittore e scultore Clizia (Mario Giani) decise di invitare a Bussana altri artisti che, come lui, avrebbero dovuto stanziarsi nel paese fantasma con l’idea di farlo divenire un borgo d’arte.
L’invito di Clizia venne accolto favorevolmente e gli artisti attuarono una politica per cui ognuno poteva decidere di sistemarsi in una delle tante abitazioni distrutte, ormai abbandonate e non appartenenti più a nessuno. La sistemazione di ognuno non doveva quindi essere di nuova costruzione ma di recupero di quelle già sul posto, che ottennero così una fisionomia del tutto originale ma legata alla tradizionale realtà ligure, tra l’aspra collina e il calmo mare.
La zona non è più stata colpita da calamità naturali e molte sono ancora oggi le casette di pietra abbandonate, ma il borgo è vivo e famoso: è divenuto meta di turismo. Sono presenti attività commerciali come ristoranti, alberghi e botteghe di artisti ma l’idea originaria degli artisti degli anni ’60 è ancora palpabile, per cui si può camminare nelle disordinate vie del paese e imbattersi in continuazione in esposizioni di opere.
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fonti: visita sul luogo
foto: copertina