Ispirata all’omonimo libro di Stephen King, The Mist approda su Netflix Italia il 25 agosto per rallegrare i fan del Re dell’Horror dopo Under the Dome e 22/11/’63.
Che lo scrittore statunitense fosse di ispirazione per diverse trasposizioni cinematografiche e televisive non è una novità, ma le alte aspettative non sono sempre state soddisfatte: il timore è sempre quello di rendere banali trame eccezionali e non rispondere dunque adeguatamente alle richieste del pubblico più affezionato. Purtroppo, anche in questo caso, di delusione si tratta; non si parla sicuramente di grande flop ma la mediocrità di questi dieci episodi non basta ad accontentare nessuno. Il problema non è sicuramente identificabile nei capolavori di uno dei più grandi maestri della letteratura contemporanea, ma nell’approccio sbagliato con il quale la maggior parte dei produttori li affronta. Ricordiamo benissimo il successo di Shining ma stiamo parlando della regia di Stanley Kubrick, a dir poco impeccabile. Sembra, tutto sommato, che ci si affidi troppo alla fama dello scrittore senza voler realizzare una trasposizione degna del suo nome.
Esattamente come nella trama del libro, una misteriosa nebbia invade la cittadina di Bridgeville (Maine) nella quale sembra nascondersi una forza maligna in grado di uccidere chiunque vi venga avvolto. Questo porta i cittadini a rinchiudersi negli edifici che diventeranno presto le loro prigioni; le vicende si sviluppano in un centro commerciale, un ospedale ed una chiesa al cui interno gruppi di persone rimasti “intrappolati” reagiscono in maniera differente e dunque se da un lato la nebbia è interpretata come punizione divina e spirito maligno, dall’altro si svilupperà l’idea di un progetto dell’esercito e di un gas chimico. Tutta la vicenda ci verrà riproposta soffermandosi sulla famiglia Copeland: Kevin, ex-scrittore professionista; Eve, insegnante dalla riguardevole reputazione adolescenziale; Alex, ragazza dallo sguardo angelico ma capace di attirare a sé problemi ed ostilità.
Nonostante venga data poca attenzione ai misteri celati nella nebbia la storia poteva ancora funzionare. Tuttavia l’altalenante livello recitativo unito alla banalità della trama ci porta a chiedere: “Il romanzo di Stephen King lo avete letto?”
Giusto modificare parte del libro al fine di adattare meglio il prodotto finale allo schermo, ma non al punto tale da rendere così lento lo scorrere degli episodi. L’enfasi che si cercava sicuramente di dare a certi eventi ha finito col rendere il tutto estremamente flemmatico. Di horror e pauroso The Mist ha ben poco, di travolgente ed intrigante ancor meno.
Siamo di fronte ad un progetto che non funziona come avremmo voluto, eppure proprio alla fine viene data una vera scossa alla trama: ci lasciano il dubbio, il sospetto e quel desiderio di sapere come andrà avanti il racconto avvincente che abbiamo aspettato invano dall’inizio. Evidente il desiderio di proseguire con un’ulteriore stagione ma, se questo dovesse accadere, si spera di non peggiorare ulteriormente le cose. Una seconda possibilità, in fondo, si può dare a tutti.