Il mito di Gianni Versace

Gianni Versace perse la vita il 15 luglio 1997 Gianni Versace davanti alla sua casa di Miami Beach, in Florida. A sparare fu il serial killer con già quattro omicidi al suo attivo, Andrew Cunanan. Ancora oggi non si sa se dietro la morte dello stilista ci fosse qualcosa di più di una coincidenza. Negli Stati Uniti e in Italia l’eco di questo evento si è fatto sentire forte e chiaro: la fama di Versace non era circoscritta al solo mondo della moda, tutti conoscevano il suo nome e le sue creazioni, indossate dalle celebrità dell’epoca come Lady D, Jennifer Lopez, Prince e Madonna.

Ma partiamo con ordine: chi era Gianni Versace?

Nato a Reggio Calabria, classe 1946, fin da piccolo respirò l’aria della moda grazie alla madre, che aveva una bottega da sarta nel centro della città. Da bambino adorava confezionare abiti per le bambole e soprattutto per l’amata sorella Donatella. Presto la madre Francesca decise di fidarsi del talento del figlio e di affiancare dunque una boutique, chiamata Elle, al suo atelier. In quegli anni stava nascendo il prêt-à-porter e l’intuito del giovane riconobbe fin da subito l’aria di cambiamento. L’affermarsi della moda confezionata, espressione estetica del desiderio di democrazia che aveva infiammato la fine degli anni ’60, fu una vera e propria svolta e le vetrine di Elle ospitavano il meglio di questo fenomeno.

Negli anni ’70 Gianni si trasferì a Milano e non molti anni dopo, nella primavera del ’78, riuscì a presentare una collezione con il proprio nome. Da quel momento l’escalation dello stilista sembrava inarrestabile.  L’idea di fondo che lo distingueva da tutti gli altri era una: la frontiera della moda doveva sovrapporsi a quella della cultura popolare.

Gianni Versace era un innovativo e per questa ragione non sempre fu compreso e apprezzato. L’idea di unire stili differenti come quelli della classicità greca e del barocco italiano al punk e alla street art, ovviamente non era gradita ai colleghi del settore. Così come risultò impopolare la sua scelta di utilizzare materiali eterogenei quali pelli, cuoio, gomma, seta e soprattutto metalli. L’imprinting con questo materiale, avanguardistico per quel periodo, si dice avvenne ad un concerto di Mina: quando vide la cantante indossare un cortissimo abito in metallo firmato Paco Rabanne, Gianni perse letteralmente i sensi, preso dalla viva ammirazione.

Tutte queste critiche, però lo portarono a rafforzare un’immagine spiazzante di sé, attirando la curiosità di profani al mondo del fashion. Il nome Gianni Versace da allora fu sinonimo di edonismo, di una vita dedita ai piaceri e al divertimento.

Gianni fu ucciso all’età di cinquant’anni con due colpi di pistola in testa. Nove giorni dopo l’assassinio, Cunanan si suicidò con la stessa arma del delitto. Il funerale dello stilista fu celebrato nel Duomo di Milano e vi presero parte, tra gli altri, anche la principessa Diana, Elton John e Sting, che cantarono insieme The Lord is my Sheperd, e Naomi Campbell, intima amica e musa dello stilista.

A vent’anni di distanza da quel tragico giorno, però, la sua opera continua, sotto la guida della fidata sorella Donatella e il marchio con la testa di Medusa non smette di ammaliare, com’era suo obiettivo quando lo ha scelto:

“Quando le persone guarderanno a Versace, dovranno sentirsi atterrire, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa”.

Durante la Milano Fashion Week la stessa sorella ha portato omaggio a Gianni reinventando capi disegnati dallo stilista negli anni ’90. Donatella ha riproposto, attualizzandole, le intramontabili creazioni di suo fratello, come le stampe foulard, le stampe pop -compresa quella con Marylin Monroe-, le croci di strass sulla pelle nera. Ha fatto parlare molto di sè la scelta di riportare in passerella le top model Carla Bruni, Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Cindy Crawford ed Helena Christensen, una vera e propria reunion . La memoria è tornata velocemente a venticinque anni fa, facendo commuovere il pubblico, che istintivamente per un attimo ha sperato di veder uscire tra le sue amate modelle anche quel genio che le ha inventate.

 

La storia di Gianni sarà protagonista di della serie tv American Crime Story ‘The Assassination of Gianni Versace’ in onda su FOX Crime nel 2018.

 

FONTI:

www.d.repubblica.it

www.stilisti-italiani.it

www.ilpost.it

Elle, numero di Settembre 2017

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