La musica corre veloce senza rallentare. Ogni mezzo decennio offre nuove mode da seguire e a cui il nostro orecchio si deve abituare. Questo non vale per tutti gli artisti. Molti arrivano in alto, rimangono appollaiati sulla cima per poi sprofondare nel nulla. Altri quella cima la superano, e da lì nessuno può più cadere in basso. Rimangono lassù in eterno, per sempre sopra un’infinità di teste che li ammirano. Dopo due decenni dalla sua prematura scomparsa, Jeffrey Scott Buckley, o semplicemente conosciuto come Jeff Buckley, rimane uno dei pochi fortunati ad accomodarsi oltre la cima. La sua musica e la sua voce superano qualsiasi genere e barriera, affermandosi nel tempo per la loro purezza ed eleganza.
Cantautore e chitarrista californiano nato a Anaheim nel 1966, figlio del cantautore Tim Buckley e della violoncellista Mary Guibert, Jeff Buckley fu una delle voci più pure, uniche e originali degli ultimi due decenni del Novecento. Grace fu il suo album d’esordio, pubblicato il 23 agosto 1994 per l’etichetta Columbia Records. La raccolta conteneva dieci pezzi, tra cui tre cover (Lilac Wine basata sulla cover di Nina Simone, Corpus Christi Carol di Benjamin Britten e l’immortale Hallelujah di Leonard Cohen) e brani scritti insieme a musicisti, quali il chitarrista Gary Lucas per Mojo Pin e Grace, che dà il titolo all’album, o con il chitarrista Michael Tighe con cui nacque So Real. Forget Her è l’undicesimo brano, inizialmente escluso e poi aggiunto nelle edizioni postume del lavoro.
Grace è un album incentrato sulla voce sublime di Buckley, impossibile da rinchiudere dentro un genere o uno stile musicale: alternative, grunge, soul, ma non solo. Un album che incorporava la vera essenza dell’artista. Un artista che in fondo ha mostrato solo una piccola parte di sé e, dopo vent’anni dalla sua tragica scomparsa, quello che rimane è il ricordo indissolubile di una voce unica, inimitabile. Con i suoi testi Buckley ha raccontato la propria vita, l’assenza del padre, l’amore tormentato con l’attrice Rebecca Moore, un misto di emozioni contrastanti, in conflitto. Malinconiche emozioni espresse in tutte le sfumature nella sua musica, che dopo vent’anni rimane fuori da ogni tempo e genere.
Fonti: storiadellamusica
Credits: ondarock