Smart City o, nella nostra lingua, Città Intelligente, sono espressioni oramai abbastanza comuni, le sentiamo utilizzate sui giornali, ai TG e nei talkshow e sono destinate a diventare sempre più popolari. Ma quali sono le caratteristiche che rendono una città intelligente? Insomma, cos’è una Smart City?
Questa terminologia ha origini recenti, numerosi studi e definizioni formali si sono istituzionalizzate intorno al 2000 ma darne un significato univoco non è semplice. Le spiegazioni sono tante, molto ampie e non sempre simili ma, tentando di trovare il filo conduttore di ognuna di loro, si può affermare che una città Smart sia una realtà capace di controllare tutte le sue infrastrutture e in grado di ottimizzare al meglio le proprie risorse, massimizzando la sicurezza e i servizi per i suoi abitanti. Una Smart City collega le amministrazioni locali (scuole, imprese, servizi sanitari e sociali ecc..) con i cittadini, sfruttando le opportunità offerte dalle tecnologie della comunicazione e informazione allo scopo di garantire prosperità e favorire il progresso.
L’App che ci permette di comprare i biglietti aereo online o che ci consente di controllare lo stato del nostro treno in tempo reale, piuttosto che il wifi free nelle piazze sono solo la punta dell’iceberg della ricetta delle Smart City. Una città intelligente pianifica investimenti che riguardano il capitale umano della città, le infrastrutture tradizionali (i trasporti e la mobilità) e le infrastrutture moderne (ovvero la tecnologia) con piani urbanistici attenti alla sostenibilità ambientale. Il tutto produce una migliore qualità di vita e un importante ritorno economico.
Dal 2012 viene condotta dal Forum PA (che realizza e analizza percorsi di innovazione) l’indagine ICityRate sui 106 comuni capoluogo italiani e, alla testa della classifica da ben l’anno 2014, troviamo Milano. Attraverso 105 indicatori statistici divisi in sette insiemi: economia, urbanistica, ambiente, comunità, trasporti, gestione e legalità, la ricerca individua le città più Smart. La classifica del 2016 sarà presentata a fine ottobre ma già è noto che Milano mantiene salda la sua posizione e che il resto del podio ospita Bologna e Firenze.
La graduatoria mostra un problematico divario tra città del Nord e quelle del Sud ma su questo aspetto interviene criticamente Michele Vianello, ex direttore del Parco scientifico e tecnologico Vega di Venezia, che afferma come queste classifiche si basino sulla quantità di tecnologia diffusa e come, con questo criterio, Milano sarà sempre prima: “L’importante, invece, non è “quanta” tecnologia ci sia, ma come la si usa” continua l’esperto.
Un’altra caratteristica negativa è il carattere “a macchia di leopardo” delle Smart City italiane, le eccellenze ci sono ma rimangono tanti puntini difficili da collegare, inoltre i progetti sono ottimi e numerosi ma liquidità mal gestite, mancanza di figure dirigenziali competenti e tortuosa burocrazia ne rendono complicata la realizzazione.
Città intelligenti, tuttavia, hanno bisogno di un’altrettanta cittadinanza smart. È necessario che i cittadini vengano coinvolti nella gestione delle risorse: devono avere la possibilità di intervenire riguardo decisioni inerenti alla città attraverso consultazioni o anche solo sondaggi, serve formazione e senso civico. Le tecnologie, unite alla disponibilità e alla partecipazione della smart citizenship, possono riuscire a raccogliere molti informazioni. Analizzare e confrontare questi dati permetterebbe di conoscere i bisogni della popolazione e avviare mirati piani di intervento per soddisfarli.
Siamo appena all’inizio di un percorso che spera nella trasformazione di tutte le città in Smart City ma l’augurio è di una compartecipazione tra comunità e istituzioni e di un’interconnessione tra tutte le singole realtà dei comuni italiani in modo che, unendosi, possano dare vita ad un intero Paese Intelligente.
Fonti:
www.mygreenbuildings.org
www.corriere.it
“Il futuro nelle smart city” di Antonella Scambia di Amatì N.3/SETT. 2017
Immagine di Copertina: (1)