Pubblicato nel 2012, La luce sugli oceani è il primo romanzo di M.L. Stedman. Garzanti è fra le prime case editrici a decidere di acquistarne i diritti, ma da subito il libro suscita interesse a livello internazionale. Anche fra il pubblico di lettori il successo è grande, tanto da convincere Derek Cianfrance a proporne, qualche anno dopo, un adattamento cinematografico.
Ambientato in Australia, terra che ha dato i natali a Stedman, il romanzo racconta la storia di Tom, di ritorno dalla guerra, tormentato dagli orrori vissuti e da un senso di colpa del quale quasi risulta impossibile rintracciare la fonte. In cerca di espiazione, forse per il solo fatto di essere sopravvissuto ai commilitoni, Tom si propone come guardiano del faro sull’isola di Janus, disabitata e collocata a distanza di ore dalla costa australiana. Poco prima dell’inizio dell’incarico presso Janus, Tom conosce Isabel, più giovane di lui, amante della vita, pronta ad ogni avventura. Se ne innamora. Tom e Isabel si sposano, e lei accetta senza dubbio alcuno il suo destino di vita solitaria con il marito su Janus, perché tutto ciò che desidera dalla vita è una famiglia felice. Purtroppo però il suo sogno non può realizzarsi: Isabel ha delle grandissime difficoltà a portare a termine una gravidanza. Sono diversi gli aborti spontanei cui Tom assiste impotente, maledicendosi per aver costretto la donna che ama ad una vita di sofferenza, lontana dalla società e senza la possibilità di vedere i suoi sogni avverarsi. Però, poco dopo l’ultimo soffertissimo aborto, una speranza: sul mare, proprio nel punto in cui l’Oceano Indiano mischia le sue acque a quelle dell’Oceano Australe, Isabel vede una luce. È una piccola barca a remi; a bordo un uomo ormai morto e una neonata. La donna vede nella bambina una risposta alle proprie preghiere e subito decide di tenerla con sé, ma Tom non può fare a meno di chiedersi se esista una madre che, da qualche parte, sta aspettando il ritorno a casa dell’uomo e della neonata. Decide di soffocare i dubbi e di cedere all’insistenza della moglie, concedendole la felicità; ma il suo senso di colpa non fa che crescere… E quella madre di cui Tom e Isabel hanno cercato di ignorare la possibie esistenza fa la sua comparsa.
Stedman propone una storia corposa, che suscita nel lettore diverse riflessioni, che inevitabilmente rimangono insolute. Due persone innamorate, che desiderano solo dare vita ad una famiglia, si vedono negata questa possibilità; poi una bambina giunge sull’isola nella quale, loro due soli, vivono, e decidono di adottarla, fingendo non esista la possibilità che la neonata abbia una madre. È giusto far soffrire altri in nome di una felicità tutta nostra? Fin dove ci si può spingere per coloro che si ama? E fin quanto può durare una felicità sporcata dalla colpa? E ancora, è il sangue che unisce una famiglia? O l’amore? Come decidere quando uno deve prevalere sull’altro? Ed è realmente giusto l’eticamente corretto o ciò che conduce al benessere e alla felicità dei più?
La storia di Stedman si rivela però anche di difficile comprensione. È facile entrare in empatia con Tom, un uomo corretto e dal forte senso del dovere dilaniato dal senso di colpa; risulta invece difficoltoso schierarsi senza dubbio alcuno dalla parte di Isabel, che a più riprese appare, a chi non è madre, immatura, egoista e capricciosa, tanto da spingere il lettore a soffermarsi su una questione banale, che prima non aveva soppesato: il genere dell’autore del romanzo. Stedman è una donna, ma ha costruito una protagonista femminile con la quale gran parte del suo pubblico non riesce ad identificarsi. Primo tasto dolente. Primo di una serie abbastanza consistente in realtà. La storia è coinvolgente e commuove, ma a tratti risulta irritante per la banalità dei dialoghi e dei pensieri dei personaggi. La scrittura è semplice e lineare, ed esita in un romanzo scorrevole, ma che manca di qualità. Di fronte a tali pecche, è inevitabile chiedersi se Stedman non avrebbe prodotto un lavoro migliore condensando la storia in un racconto di una sessantina di pagine.
Ai lettori non si può che dire: ne La luce sugli oceani troverete una storia appassionante, ma un romanzo di bassa qualità. Meglio un paio d’ore di film con Fassbender che un paio di giorni impegnati nella lettura di un libro che, in fin dei conti, non soddisfa.
Fonte: www.garzanti.it
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