Descrivere il cortometraggio “In a Heartbeat” non è semplice: va davvero visto questo piccolo grande capolavoro che parla d’Amore e che, infatti, arriva dritto dritto al cuore.
In quattro minuti ci viene mostrata la storia di due adolescenti che si innamorano, uno dolce e timidissimo, minutino con i capelli rossi, le lentiggini e i suoi sguardi sognanti verso l’altro, dal bel fisico, il ciuffo scuro e gli occhi azzurri e sinceri.
Ma sarà inaspettatamente il primo a dare inizio al rapporto fra i due, o meglio, sarà tutto merito del suo cuoricino che letteralmente gli salterà fuori dal petto per trascinarlo tra le braccia del suo amato.
Una bella storia, che ha portato con sé una rivoluzione: i due protagonisti sono infatti due ragazzi dello stesso sesso, è la prima storia d’amore omosessuale esplicita in un cortometraggio rivolto ai più piccoli. E ciò che c’è di più speciale è che questo passa in secondo piano, il solo protagonista infatti è il sentimento.
Tutti guardando il filmato si immedesimano nelle paure e nelle ansie di chi non sa come farsi avanti, di chi vorrebbe avvicinarsi ma non osa e a tanti, tantissimi sarà scesa una lacrimuccia quando i due si allontanano per paura del giudizio dei compagni. In Heartbeat non ci sono semplicemente due gay che si amano ma l’inizio di qualsiasi amore. Il fatto che siano due ragazzi è un dettaglio quasi superfluo, non ci sono differenze tra gli innamorati ed è emblematica l’ultima scena, in cui i colori sfumano e rimangono solo i loro cuori a brillare nel buio.
La colonna sonora, che emoziona solo con poche note di pianoforte, e la grafica ricordano molto lo stile della Pixar ma, in realtà, il cortometraggio è il progetto per la tesi di laurea di due studenti della Ringling College of Art and Design: Beth David e Esteban Bravo.
I due giovani hanno portato a termine il lavoro in un anno e mezzo grazie al finanziamento ottenuto con una campagna su Kickstarter che ha ricevuto molto supporto. Già prima della sua uscita il cortometraggio aveva dei fans e oggi conta 28.612.769 visualizzazioni.
Le grandi case produttrici hanno fatto qualche tentativo di inserire questo tema che incredibilmente e drammaticamente risulta ancora “spinoso”, all’uscita di “DragonTrainer 2” il personaggio di Skaracchio, l’allenatore dei giovani al combattimento dei draghi, è stato dichiarato omossessuale dal regista, pur senza un esplicito coming out nel film, in “Alla ricerca di Dory” si vede una famiglia composta da due madri e la figlioletta, o ancora in “Shark Tale” la storia dello squalo Lenny, che fa fatica ad essere accettato da suo padre perché vegetariano, può far pensare ad una metafora che rimanda a quest’ambito e ci sono ancora altri piccoli segnali sparsi in qualche altro film ma nessuno aveva messo questa tematica in primo piano come “In a Heartbeat”.
La speranza è che il cortometraggio possa servire da apripista, sarebbe davvero significativo se prodotti come i film d’animazione che influenzano la cultura di massa e che, soprattutto, concorrono alla formazione dei più piccoli mostrassero che qualsiasi forma di amore è la normalità, che l’amore omosessuale è uguale a quello eterosessuale. Sarebbe un importante aiuto per combattere l’omofobia, che purtroppo nel 2017 esiste ancora ed anzi, è diffusa.
Fonte: cinema.fanpage.it
Immagine Copertina: Pagina Instagram _inaheartbeat_ [1]