All’interno di un progetto per scoprire i talenti della musica milanese, abbiamo avuto modo di intervistare il gruppo emergente Nuovo Corso Cafè, che ha recentemente aperto il concerto di Davide Van de Sfroos a San Siro. Tra produzione tecnica, progetti futuri e mercato musicale è nata una discussione interessante, all’interno della quale emerge la passione dei cinque componenti della band.
Dunque, iniziamo dal principio. Come nasce il gruppo Nuovo Corso Cafè?
Il progetto NCC nasce nel 2008 come un gioco fra tre compagni di scuola, Simone, Samuele e Giulio. Abbiamo iniziato questo percorso come un hobby per passare del tempo insieme e, con il passare degli anni, si sono aggiunti due nuovi membri, Andrea e Rodolfo, e la musica è diventata prima la nostra passione e poi il nostro primario progetto di vita.
Come avete scelto questo nome?
Il nome della band in origine era New Deal, ma in seguito abbiamo deciso di “italianizzarlo” in Nuovo Corso. Abbiamo aggiunto Cafè perché le storie che abbiamo iniziato a raccontare sono quelle di persone semplici, come fossero confessioni al tavolino di un bar, seguendo l’insegnamento di Lucio Dalla: «l’impresa eccezionale è essere normale».
Le vostre canzoni ripercorrono il genere folk, con punte di rock appassionato. A chi dovete principalmente la vostra influenza musicale? Qual è il vostro modello?
Non c’è una risposta precisa, dato che ci differenziamo molto sul piano delle influenze. Siamo legati alla tradizione dei cantautori italiani, come Francesco De Gregori, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè, ma anche all’indie rock americano e inglese, sullo stile dei Mumford & Sons.
Recentemente avete aperto il concerto di Davide Van de Sfroos a San Siro. Come giudicate questa esperienza? È stata proficua per il vostro percorso di crescita?
È stato qualcosa di assolutamente inatteso, è il tipo di esperienza che un giorno racconterai ai tuoi figli. Abbiamo lavorato tantissimo per salire su questo importante palco nella maniera più professionale possibile. L’esibizione ha sicuramente attirato più attenzione attorno al nostro progetto, e siamo sicuri che sarà un punto di partenza e non di arrivo.
Secondo voi, quali sono gli ingredienti per una proposta musicale vincente?
Ultimamente per radio si sentono spesso canzoni costruite a tavolino per piacere al pubblico. Sono canzoni senza anima, composte con il solo scopo di vendere nell’immediato. Una proposta musicale vincente dura nel tempo, e per durare nel tempo deve essere una pura espressione artistica e rappresentare la verità di chi suona. Se nasce per esigenza dell’autore, e non per guadagno, allora la proposta musicale è già interessante.
Attualmente, c’è spazio in Italia per una band emergente di giovani appassionati come voi? In che modo giudicate il mercato e quali possibilità offre?
Ultimamente stiamo assistendo alla nascita di un panorama Indie italiano, dove band emergenti vengono finalmente spinte a portare avanti i loro progetti. Il mercato musicale rimane un ambiente molto complesso, dove è difficile ritagliarsi uno spazio, ma di sicuro si sta presentando un’apertura maggiore per quanto riguarda la musica indipendente.
Siete ormai attivi da molto tempo sui social network, in particolare Youtube, e da poco siete anche sbarcati su Spotify. Ritenete che la tecnologia abbia delle potenzialità nella promozione musicale di un gruppo?
Attualmente il mercato digitale è quasi l’unico ambito per la promozione di un progetto musicale. In un periodo come questo, dove i dischi non vendono più, sicuramente la dimensione social offre grandissime possibilità per presentare un progetto inedito al grande pubblico. Il lavoro di una band sui social network sta diventando sempre più rilevante per un lancio sul mercato e richiede un costante impegno.
Quali sono i vostri progetti futuri per quanto riguarda la musica?
Attualmente stiamo ultimando il nostro nuovo disco Babilonia, prodotto da Davide Maggioni della Rusty Records, e interamente finanziato dai nostri fan con una campagna di CrowdFunding portata avanti assieme a Musicraiser. Il primo singolo del nuovo lavoro, Dea, è già su Spotify, iTunes e tutti i maggiori digital stores. Siamo davvero molto entusiasti del risultato e non vediamo l’ora che il disco sia completo.
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