11 settembre 2001: una data che fa venire i brividi. Alzi la mano chi era davanti alla televisione quando tutti i programmi sono stati sospesi per lasciare spazio a una terrificante edizione straordinaria del telegiornale. Alzi la mano chi non aveva mai sentito l’America così vicina prima di allora. Alzi la mano chi ha ancora indelebili di fronte agli occhi le immagini degli aerei dirottati da Al Qaeda schiantarsi contro le Torri Gemelle, trafitte da parte a parte, andate in fiamme e crollate poco dopo. Alzi la mano chi non può fare a meno di pensare alle persone che si sono gettate dalle finestre dei grattacieli in un disperato volo. Alzi la mano chi, ancora, si ricorda di quanto Manhattan fosse coperta di polvere, una polvere che faceva presagire la fine del mondo.
Ciò che spesso cade nell’oblio è il plurale, in quanto non si può purtroppo parlare di attentato usando il singolare. Ad aver colpito concretamente gli Stati Uniti in quel tragico 11 settembre – e idealisticamente il mondo intero – sono stati in realtà ben quattro attentati. Dei primi due abbiamo già parlato, trattandosi degli attacchi alle Twin Towers, i due edifici di spicco del World Trade Center. L’ultimo aereo dirottato dai terroristi è stato invece l’unico a non raggiungere il suo obiettivo. Schiantatosi in Pennsylvania, si pensa che questo quarto aereo potesse avere nel mirino la Casa Bianca o il Campidoglio. Ma è il terzo aereo ad essere avvolto in un alone di mistero. A dire il vero, la sua storia la si conosce, ma non ha scalfito l’immaginario collettivo tanto quanto quella delle Torri Gemelle.
Eppure stiamo parlando dell’attacco terroristico al Pentagono, niente di meno che il quartier generale del Dipartimento della Difesa statunitense. Sarà che non esistono video che mostrino lo schianto dell’aereo contro l’ala ovest dell’enorme complesso, sarà che la collisione contro una trama orizzontale di edifici è meno d’impatto rispetto al crollo di due grattacieli ridotti a castelli di sabbia, ma sta di fatto che le vittime sono più di 180 tra terroristi, passeggeri e dipendenti del Pentagono. Non è una gara di vittime, ma anche al Pentagono c’erano storie che valeva la pena venissero raccontate. Ed ecco che Kirk Wolfinger, regista vincitore di un Emmy, scelse il Pentagono e non le Torri Gemelle per il documentario che gli venne chiesto di realizzare, facendo storcere il naso al network televisivo che l’aveva contattato per l’incarico. Lo speciale in questione si intitola 9/11 Inside the Pentagon.
Un passo verso il ricordo dell’attentato al Pentagono è stato compiuto lo scorso 31 marzo, quando l’FBI (Federal bureau of investigation) ha reso pubbliche una serie di immagini che ritraggono i danni provocati dallo schianto. Le fotografie, caricate sull’archivio online della polizia federale americana, non sono in realtà inedite, dal momento che erano state caricate già nel 2001, per poi sparire per 16 anni fino alla loro ripubblicazione.
Qui di seguito alcuni scatti.
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