Omnia vincit amor: tutto vince l’amore. Quale citazione potrebbe essere più perfetta di questa per suggellare straordinarie storie d’amore? Questa infatti è la frase per antonomasia che una persona colta ama sfoggiare per mettere in luce tanto la sua alta sensibilità quanto la sua profonda cultura classica. E nel nostro tempo chi c’è di più colto dei giornalisti, i detentori del sapere più avanzato, coloro che si sono assunti la sacra missione di condividere giorno per giorno il proprio profondo sapere? Non ci si può quindi stupire che i giornalisti ne facciano ampio uso nei loro articoli.
Prendiamo un articolo pubblicato il 16 Luglio sul Corriere della Sera: si parla di una storia d’amore sicuramente sorprendente, con due politiche inglesi schierate su campi diametralmente opposti e fortemente antagonisti tra di loro, eppure l’amore è riuscito a sbocciare comunque. L’incipit del pezzo quindi, per sottolineare la forza dell’amore che abbatte ogni steccato politico, non può che essere:
Omnia vincit amor, l’amore trionfa su tutto, cantava Virgilio nelle Bucoliche. E sicuramente in Scozia abbatte gli steccati politici e di genere: la leader del partito laburista locale, la 35enne Kezia Dugdale, ha appena annunciato la sua relazione con la 32enne Jenny Gilruth. Che è anche una deputata nelle file dei «nemici», i nazionalisti scozzesi.
Ad Aprile invece era stato Il Giornale a suggellare con questa citazione la toccante vicenda del novantenne che si lascia morire al fianco del cadavere della moglie:
Scriveva Virgilio nelle «Bucoliche»: Omnia vincit amor et nos cedamus amori (L’amore vince tutto, e noi cediamo all’amore). Sì. Pur con tutto il rispetto del dolore che ogni morte si porta dietro, per fortuna sì, succede ancora.
Anche sui blog la formula ha sempre goduto di buona fortuna: la si ritrova, oltre che nei soliti contesti amorosi, pure in articoli dedicati a commentare le campagne per i diritti civili o per eventi politico-culturali.
In ogni caso a riportare alla ribalta per qualche giorno la citazione era stato il siparietto tra Matteo Renzi e Enrico Mentana a Bersaglio mobile: come segno di distensione finale dopo una puntata agitata, a Renzi era scappato un “Amore omnia vincit”, subito corretto da Mentana (“Amor omnia vincit”). Inutile dire che il Web aveva ironizzato sul latinorum di Renzi, ma, a ben vedere, nemmeno la versione di Mentana era poi così corretta. Se il rimando è alle Bucoliche di Virgilio, il celebre verso fa omnia vincit amor. A invertire però l’ordine della frase ci aveva già pensato la tradizionale titolazione di un dipinto di Caravaggio, in cui viene raffigurato il giovane Amore con sguardo a metà tra il canzonato e il malinconico.
Questo rimando a Caravaggio è utile per entrare nella reale atmosfera che avvolge questo verso di Virgilio: l’esclamazione omnia vincit amor nella egloga virgiliana arriva a conclusione di un lungo monologo in cui il protagonista, Cornelio Gallo, si lamenta per il suo amore non ricambiato da Licoride e, nonostante tutti i tentativi di dimenticarla, nonostante la guerra a cui è ora destinato, nonostante la consapevolezza che sta collassando il suo mondo politico-culturale di riferimento, non riesce comunque a togliersi dalla testa il pensiero di Licoride, che pure lo disdegna: il suo odio per questa situazione di estrema sofferenza allora prorompe nell’esclamazione finale, in cui riconosce tutta la sua sconfitta umana: Omnia vincit amor / et nos cedamus amori (“Tutto vince l’amore, e noi soccombiamo all’amore). Non sembra il senso che si è soliti associare a questo verso quando lo si cita in contesti giornalistici!
Fonti: zanichelli.it, nanopress.it, corriere.it, ilgiornale.it, womennews.net, ninjamarketing.it, ilgiorno.it, tempostretto.it, video.corriere.it, msn.com
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