Si sa, una delle caratteristiche e delle capacità più intime dell’uomo è il desiderio di comunicare. Se il corpo è il primo linguaggio di cui dispone e la parola viene subito dopo (sia essa scritta o espressa a voce), la comunicazione visuale non si fa lasciare da parte. La matita, il pennello, lo scalpello, la macchina fotografica: con il progresso della tecnologia e l’avvento dei social network, l’estensione fisica della mano dell’individuo per una comunicazione non verbale è diventata uno smartphone. In particolare, nel formato 1:1 su Instagram.
Ma nell’universo visuale composto da miliardi di scatti caleidoscopici, tra i tentativi di registrare la realtà o di dare forma immediata ad un’idea, spiccano alcuni profili che appaiono, si direbbe, “di nicchia”. Tra questi c’è MAPA Visual Emotion, un account che con le sue inquadrature ritaglia una realtà pubblica e al tempo stesso intima, che cerca di mettere in luce e di dare nuovo valore a tutte le bellezze della quotidianità, anche a quelle maggiormente sottovalutate.
Il progetto, come un puzzle di dimensioni microscopiche, unisce il nome dei suoi creatori, Tess Matozza e Luca Pagliara, di origini pugliesi. Nasce ormai quattro anni fa, in uno dei paesi italiani più poetici e più cari ai due instagrammer:
“Nella nostra storia – dice Tess – Polignano a Mare ha un ruolo molto importante. Stavamo sorseggiando un drink in un localino italo-brasiliano sul mare, riguardavamo le foto fatte in quei giorni e, di punto in bianco, del tutto casualmente, abbiamo deciso di creare MAPA. Dopo averci fatto innamorare, Polignano ci ha anche spinti a creare qualcosa di nuovo e che ci rappresenta”.
Qual è l’idea di fondo che cercate di trasmettere, e in base a cosa scegliete lo scatto più adatto per essere pubblicato?
Noi diamo una grandissima rilevanza alla potenza delle immagini. Il nostro intero lavoro si base sulle immagini, il nostro tempo libero anche. Non a caso l’hashtag di MAPA è proprio #visualemotion, perché ogni foto che noi scattiamo deve prima di tutto emozionarci. L’emozione è legata alla bellezza della foto, al momento in cui l’abbiamo scattata e soprattutto al luogo che ci ha ispirati. Per quanto riguardo la scelta della pubblicazione, Luca è fissato con le linee perfettamente dritte e simmetriche, io con i contrasti dei colori. Non sappiamo chi quel giorno pubblicherà la foto, a volte uno dei due accede al profilo e trova già uno scatto nuovo in galleria. A volte capita che scattiamo insieme una foto che subito ci piace, e sappiamo che sarà quello il prossimo scatto da pubblicare.
Quindi ormai è un po’ di tempo che siete “nel giro”. Cosa rappresenta, secondo voi, Instagram come media? Cosa ne pensate del concetto di community?
Instagram è un social che è riuscito a cambiare la percezione della fotografia e ha contribuito a far nascere nuove figure, che ora e nel futuro rappresenteranno i nostri anni. Cosa sarebbe un influencer senza Instagram? Non è più solo un social, ma è marketing e comunicazione allo stato puro. E quando si entra a far parte della community di Instagram, c’è un hashtag che rappresenta un po’ tutti: #communityfirst. Nel caso di MAPA noi ci siamo sempre sentiti parte della community locale della nostra terra, di cui cerchiamo di valorizzare anche le realtà più piccole o quasi dimenticate, ovvero @igerspuglia. Tuttavia, allo stesso tempo, abbiamo cercato di creare noi stessi una community con altri due profili che gestiamo in modo indipendente, @halfandhalfproject e @scusalespalle. È sempre un’emozione splendida vedere crescere una community, e soprattutto confrontarsi con le persone che interagiscono con noi condividendo la nostra idea.
Un confronto tutto visuale, praticamente. La cosa che più si nota dai vostri scatti è proprio il tentativo di veicolare un messaggio, di valorizzare i dettagli, e spesso si nota un respiro – oserei dire – retrò: vi definireste influenzati dal vintage?
Ecco la domanda più bella! Sì, molto vintage è presente anche nelle nostre fotografie. È vero, non c’entra granché con Instagram, ma per noi il vintage è un grande amore. Le nostre domeniche sono fatte di mercatini delle pulci e le nostre vacanze di festival dedicati agli anni ‘50. Da pochissimo abbiamo fatto nascere il progetto Bari Vintage Officine che per il momento riporta in auge in modo alternativo il passato della città. Per il futuro abbiamo intenzione di fare qualcosa di più grande ma questo non ve lo sveleremo! Per ora…
Immagini: Instagram. Fotografie di Tess Matozza e Luca Pagliara