Negli anni della prima guerra mondiale si potrebbe pensare che nessuna arte fosse in grado di creare nuovi movimenti, considerando i disagi causati da una guerra in corso e di quelle dimensioni. Ma in realtà proprio in questo periodo nascono, o si manifestano, movimenti e innovazioni di grande rilevanza, soprattutto per gli anni a venire.
Nel 1916, per esempio, vediamo a Roma, per la prima volta sulla scena “La maschera e il volto” opera di Luigi Chiarelli. Questo spettacolo denomina e avvia una tendenza che passerà alla storia come “teatro del grottesco”. Questo nuovo genere teatrale, al quale aderiranno molti altri autori, tra i quali Luigi Pirandello, Luigi Antonelli (L’uomo che incontrò se stesso, 1918), Pier Maria Rosso di San Secondo (Marionette che passione!, 1918), e molti altri, gioca costantemente sul tema delle apparenze.
In particolare tratta e sviluppa lo scontro quotidiano tra le innumerevoli maschere che indossiamo per essere accettati dalla società e i sentimenti repressi della sfera intima. Pirandello incentrerà diversi sui spettacoli proprio su questo tema, che vedono l’uomo costruirsi tante realtà, o maschere, quanti sono i ruoli che deve assumere all’interno della società. Si tratta, quindi, di un gioco di maschere che però intaccano e ostacolano le inclinazioni e i desideri dell’individuo, creando un vero e proprio conflitto interiore.
Un conflitto che rischia di spezzare l’individuo in due, dove, da un lato, vorrebbe esprimere le sue esigenze, a costo di distruggere la maschera, dall’altro teme questo cambiamento perché perderebbe la sicurezza che la maschera gli offre. Temi estremamente attuali ancora oggi, dove il conformismo sembra l’unica strada sicura per vivere una vita dignitosa nel rispetto delle norme sociali. Questi autori, e altri che seguiranno la stessa strada, ci danno la possibilità di riflettere sulle nostre maschere e se magari non sia giunto il momento di spezzarne qualcuna in favore del nostro vero Io.
Fonti
“ Storia del teatro”, Oscar G. Brockett, Marsilio, 2014
Credits
mirivoltodunquesono