La prostituzione è un tema spesso scottante. Per alcuni è un’attività da eliminare, riprovevole e peccaminosa; per altri è l’unica fonte di sostentamento, indispensabile per vivere. In Danimarca è legale, ma non tutti la considerano come un normale lavoro. Nemmeno lo stesso Stato, che non riconosce completi diritti alle persone che la praticano, come la rappresentanza sindacale e l’assistenza sociale. Chi lavora per la strada è quindi più vulnerabile, tanto che secondo le statistiche danesi il 31% delle prostitute ha subito violenze da parte dei clienti, mentre il 45% è stato minacciato o violentato per strada, anche dai passanti. Svariati i tentativi di omicidio. Si tratta puramente di crimini mossi dall’odio, dalla discriminazione e dall’intolleranza verso la loro professione.
Tra chi cerca di nascondere il problema, di stigmatizzarlo e quasi di cancellare l’esistenza dei numerosi lavoratori del sesso, c’è chi prova a migliorare la situazione. Micheal Lodberg Olsen ha sempre visto prostitute per le strade di Copenaghen, soprattutto nel Vesterbro, il quartiere a luci rosse, e ha deciso di intervenire per aiutare questa fascia debole della società. Nell’ottobre 2016 ha quindi creato la prima Sexelance, un’ “ambulanza del sesso”. Si tratta di una vecchia ambulanza, riadattata per assecondare le esigenze dei lavoratori del sesso, che qui possono trovare un luogo sicuro, pulito e protetto per esercitare la propria professione.
La difficoltà maggiore sta nel convincere i clienti a sfruttare questo luogo, che ad un primo sguardo può sembrare strano e bizzarro, se non un po’ inquietante. Infatti fino ad oggi non è stato usato più di 60 volte, ma si tratta comunque di un passo avanti. La Sexelance è gestita da un team di 45 volontari, di cui 2 sono presenti ogni volta che questa è operativa per le strade di Copenaghen, dal venerdì alla domenica. Si tratta di un modo efficace per evitare violenze e per garantire alle prostitute maggiori comfort nello svolgimento del loro lavoro. Esse, inoltre, in questo modo vengono trattate come ogni altro lavoratore, senza ulteriori discriminazioni e remore morali.
Molti lavoratori del sesso hanno gradito l’iniziativa, tanto da proporre essi stessi il pagamento di un obolo per il suo utilizzo, ma ciò è vietato dalla legge danese, per cui il servizio resta gratuito, finanziato da sovvenzioni private. È lo stesso Olsen a voler mantenere libero l’accesso alla Sexelance, dato che non si tratta del primo progetto che mette in piedi per aiutare le fasce più deboli e maggiormente esposte. “Questo problema mi riguarda perché vivo qui e le minoranze di strada sono i miei vicini – ha affermato – devo rispettare queste persone perché le guardo negli occhi tutti i giorni”. La sua speranza e il suo obiettivo si leggono chiari nei suoi occhi: creare la società che vorrebbe vedere, una società migliore e più giusta, impegnandosi in prima persona.
Credits: Thomson Reuters Foundation / Lyn Taylor (1)
Fonti: Thomson Reuters Foundation