Élisabeth Vigée si afferma nella Parigi del XVI sec come ritrattista. Nel XVI sec era normale che una persona agiata decidesse di farsi ritrarre perché questa era l’unica forma di conservazione della propria immagine. Quando Élisabeth si trova nel suo atelier con uomini che la fissano insistentemente li invita ad alzare lo sguardo dando così avvio ad una serie di dipinti in cui il soggetto perde il suo sguardo in qualcosa che lo spettatore non può vedere. La pittrice, all’inizio della sua scalata come artista, incontra l’uomo che diverrà suo marito: il commerciante d’arte Le Brun. Il marito la inviterà a viaggiare con lui ad Anversa dove potrà apprezzare l’arte di Rubens e apprendere la tecnica dell’olio su tela che dona luminosità al quadro. Inoltre in questo periodo si registra il miglioramento dell’utilizzo della tecnica del chiaro-scuro che la renderà famosa in patria. Élisabeth inizia ad essere conosciuta nella cerchia dell’alta nobiltà e dopo aver ricevuto impegni dalla duchessa di Orleans arrivò a conoscere la regina di Francia, moglie di Luigi XV, Maria Antonietta d’Austria. La regina viene sorpresa da questa artista donna che nel frattempo ha aperto una scuola di pittura per sole ragazze. La pittrice diventa una frequentatrice di Versailles e grazie alla regina può esporre al Salon nel 1783. Solo Élisabeth ed altre quattro donne sono espositrici. Presso il Salone può ammirare l’arte di David e si interesserà alla pittura storica ma verrà bloccata dal tabù sociale per cui le donne non possono ritrarre uomini nudi.
Siamo vicini allo scoppio della Rivoluzione e Élisabeth viene accusata di tutte le cattiverie di cui è vittima la regina straniera incapace di dare un erede alla patria. Insieme a Maria Antonietta decidono di trasmettere un messaggio attraverso l’arte: è in questo periodo che i ritratti della regina sono caratterizzati da abiti leggermente meno eccessivi del normale e dalla presenza fissa dei figli (finalmente è nato l’erede). La figura di una regina madre della patria tuttavia non regge e successivamente ai disordini del 14 luglio Élisabeth si allontana per quelli che saranno 13 anni tra l’Italia, l’Inghilterra, la Russia e l’Austria. All’estero l’artista è conosciuta a causa della circolazioni delle incisioni dei suoi quadri più famosi.
Durante il periodo italiano, a Napoli, ritrasse la famosissima moglie di Lord Hamilton e la sorella della regina di Francia, Maria Carolina. All’Italia seguirono gli spostamenti continui e solo in Russia si registra una lunga permanenza dove diverrà pittrice della zarina Caterina negli anni di crescita sociale ed economica del paese. Nel 1800 potrà tornare in una Francia che stenta ormai a riconoscere. L’apatia politica per il nuovo secolo arriverà con l’ascesa di Napoleone a cui l’artista preferirebbe vedere il restauro della monarchia tradizionale. In questo mondo ormai non più suo ma in una Francia tanto sospirata per più di un decennio morirà all’età di 85 anni, proprio mentre si stava per affermare la prima fotografia.
fonti: studio su ”Memorie di una ritrattista” di Élisabeth Vigée-Le Brun
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