La personale di Nanni Valentini al padiglione d’arte contemporanea di Milano del 1984

L’esposizione personale di Nanni Valentini tenutasi al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, dal 19 gennaio al 20 febbraio del 1984, rappresenta il punto d’arrivo per la sua carriera artistica, iniziata nella seconda metà degli anni Cinquanta.

Nanni Valentini nasce nel 1932 a Sant’Angelo in Vado, nella provincia di Pesaro, e nelle Marche svolge la sua prima formazione artistica, tra Faenza e Pesaro. Nel 1957 si trasferisce a Milano con la famiglia, dove rimane definitivamente, anche se gli spostamenti da e verso la terra d’origine sono sempre frequenti.[1]

La personale del 1984 si inserisce nel ciclo delle “Installazioni del padiglione milanese. Tale ciclo di mostre si caratterizza per il fatto di presentare di volta in volta due artisti, solitamente scelti per contrasto, così da far risaltare le differenze stilistiche ed espressive di ognuno. È questo il caso della mostra del 1984, dove Valentini espone a fianco di Shusaku Arakawa (1936-2010), artista concettuale giapponese.

Le opere dei due sono diametralmente opposte. Arakawa partecipa con una trentina di grandi pannelli dipinti che si caratterizzano per la presenza di pochi colori e tanti elementi grafici come frecce, lettere, parole, frasi e domande poste all’osservatore.
Valentini partecipa con tre installazioni scultoree.
Il rapporto tra i due artisti viene riassunto molto bene da Elio Grazioli in un articolo di poco successivo alla mostra, in cui scrive:

“Dove Valentini carica di senso, Arakawa svuota.”[2]

Shusaku Arakawa

Valentini partecipa alla doppia personale con tre installazioni: il Dialogo, l’Annunciazione e la Deriva.
Tali opere vengono immediatamente riconosciute dalla critica come fondamentali se considerate in relazione al suo percorso artistico.

Hanno molto in comune: tutte e tre sono realizzate in grès, il materiale prediletto dall’artista a partire dagli anni Sessanta; sono state realizzate nello stesso arco di tempo, tra il 1982-83, ed esposte al Pac per la prima volta, ma tutte e tre sono il frutto di un’elaborazione molto più lunga, che si può riferire alla fine degli anni Cinquanta, e sicuramente dagli anni Sessanta in poi, e percorre quindi tutto il suo trentennio di produzione.

Nanni Valentini

Inoltre, le installazioni portano in scena gran parte dei temi indagati da Valentini nel corso della sua carriera: nel Dialogo sono trattati il tema del volto e quello della casa, nell’Annunciazione quello dell’angelo, dell’uomo, e la figura della colonna, mentre con la Deriva viene portata al suo massimo sviluppo la poetica del frammento e la frammentazione dell’opera.

Nanni Valentini

Questa è una caratteristica fondamentale del modo di lavorare dell’artista: Valentini è solito indagare le forme e le tematiche a lungo, per anni e a volte per decenni. In tal modo riesce ad indagare in profondità i significati formali e di senso dei suoi soggetti.
L’artista si fa profeta che porta a galla le verità nascoste nella materia.

Valentini studia tali temi a lungo, spesso in modo autonomo, ma a volte unisce lo studio di più forme. Si hanno quindi opere dove più tematiche convivono insieme, anche visivamente, come nella Casa sulla colonna (1985), dove il tema della casa, base del Dialogo, e il tema della colonna, base dell’Annunciazione, si intersecano letteralmente. Il metodo lavorativo e indagatorio dell’artista risulta del tutto personale ed estremamente attento.

Nanni Valentini

L’esposizione al Pac è stata apprezzata dalla critica fin da subito.
Fabrizio D’Amico nel giugno di quell’anno scrive un articolo in cui mette in luce come Valentini abbia raggiunto esiti d’espressione formale e materica altissimi con questa personale. Lo scrittore sottolinea soprattutto come l’artista abbia raggiunto la classicità con queste tre opere. Il Dialogo, l’Annunciazione e la Deriva sono considerate opere classiche poiché non esauriscono il proprio significato al momento della creazione, ma sono portatrici di  valori universali.

La personale ha quindi una funzione esplicativa e riassuntiva dell’universo simbolico trattato da Nanni Valentini e del suo intero percorso artistico.

-Credits:

-Fonti:

Susanna Olmi, “Annunciazione, Dialogo e Deriva di Nanni Valentini. La personale al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano del 1984”, Tesi discussa all’Università degli Studi di Milano, Milano, A.A. 2016/2017, relatore Giorgio Zanchetti.

-Fonti fotografiche: www.pinterest.com e Archivio Valentini

-Crediti immagini: Archivio Valentini e Nino Lo Duca.

[1] La biografia completa dell’artista è stata presentata nell’articolo del 15 agosto.
[2] Elio Grazioli, Arakawa, Nanni Valentini, in “Flash Art”, n. 119, marzo-aprile 1984.

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