“Chissà chissà domani, su che cosa metteremo le mani…”. Inizia così una delle più belle canzoni scritte da Lucio Dalla: Futura, contenuta nell’album Dalla pubblicato nel 1980.
Un brano quantomai attuale, paradossalmente, visto che tratta l’amore al tempo delle frontiere. In particolare di quella che viene ricordata come la più importante storicamente parlando: quella del Muro di Berlino.
“Mi trovavo in tour in Germania, in piena guerra fredda – affermava il compianto cantautore bolognese nello spiegare la composizione di questa canzone, in un’intervista televisiva rilasciata alla Rai – una cosa schifosa da immaginare. Pensate viverla. Feci un concerto a Berlino una sera, poi la mattina dopo avevo il volo per Amburgo, ma prima di lasciare la città decisi di passare a vedere il Muro; in corrispondenza del Checkpoint Charlie, che era il punto dove si poteva passare dalla parte Ovest alla parte Est della città.
Mi sedetti su una panchina, accesi una sigaretta e tirai fuori la mia agenda…”
Il risultato fu splendido.
Una “poesia” che descrive l’amore di due fidanzati delle due zone della capitale tedesca. Separati, divisi, ma al tempo stesso speranzosi nel domani, seppur timorosi.
Da una parte gli americani, dall’altra i russi e loro in mezzo, cercando di vivere il loro amore ,immaginando un giorno di poter essere sereni e vicini. Di crearsi una famiglia nel futuro, con una figlia di nome Futura…
Chissà chissà domani
su che cosa metteremo le mani
se si potrà contare ancora le onde del mare
e alzare la testa
non esser così seria, rimani
i russi, i russi gli americani
no lacrime non fermarti fino a domani
sarà stato forse un tuono
non mi meraviglio
è una notte di fuoco
dove sono le tue mani
nascerà e non avrà paura nostro figlio
e chissà come sarà lui domani
su quali strade camminerà
cosa avrà nelle sue mani, le sue mani
si muoverà e potrà volare
nuoterà su una stella
come sei bella
e se è una femmina si chiamerà
Futura.
Il suo nome detto questa notte
mette già paura
sarà diversa bella come una stella
sarai tu in miniatura
ma non fermarti voglio ancora baciarti
chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio.
Di più, muoviti più fretta di più, benedetta
più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
che si arriva alla luna, sì la luna
ma non è bella come te questa luna
è una sottana americana
Allora su mettendoci di fianco, più su
guida tu che sono stanco, più su
in mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
son sicuro che c’è il sole
ma che sole è un cappello di ghiaccio questo sole
è una catena di ferro senza amore,
amore, amore, amore.
Lento lento adesso batte più lento
ciao, come stai
il tuo cuore lo sento
i tuoi occhi così belli non li ho visti mai
ma adesso non voltarti
voglio ancora guardarti
non girare la testa
dove sono le tue mani
aspettiamo che ritorni la luce
di sentire una voce
aspettiamo senza avere paura,
domani.
Fonti e credits: img, antiwarsongs