I Verme entrano in casa tua la mattina presto dopo una notte insonne, ti buttano giù dal letto, dodici sberle in faccia, abbraccio di gruppo e addio a denti stretti. Tutto molto veloce, inatteso. Quello che lasciano è un pacchetto di tracce in free download (quindi non ci sono scuse per non consumare le cuffie a furia di “montagna”, “risse risse risse” e “lo squallore del tonno”), le famose sberle che ci devono far riflettere sul perché ce le siamo meritate e un modo diverso di fare musica, basato sul non prendersi troppo sul serio.
In attività tra il 2009 e il 2012 i Verme sono una, come si definiscono loro con immensa ironia, superband di Milano, nata su iniziativa di Jacopo (voce nei Fine Before You Came) e completata dalla presenza di Tommaso, Viole e Giacomo, tutti elementi provenienti da altre interessanti realtà quali Dummo, Agatha e Hot Gossip. Cantano in italiano, suonano hardcore e i loro testi sono inni di vita quotidiana rivolti a noi, incapaci di reagire, condizionati dalle banalità (“la gente muore ed io sto attento a non accostare il nero al blu”), sommersi da continui disordini interiori (“dorme chi non ha niente a cui pensare/perché dormire quando posso pensar male”).
Insomma i Verme siamo noi, ed è per questo che sono belli. Si presentano in modo semplice, diretto ed efficace, l’intento pare quello di voler strappare lacrime e sorrisi, nulla di più. La band nasce con l’unico obiettivo di stare insieme, fare ciò che piace senza nessun fine, e si stupisce quando sin dai primi concerti il pubblico si piazza sotto il palco a gridare i loro pezzi. E questo li ha fatti sopravvivere. Il concerto è evento e luogo in cui confluiscono tante figure, diverse, ma con un unico intento: fare gruppo, costruire e passare insieme momenti fuori dalla appiccicosa normalità, in cui le barriere tra band, pubblico, baristi, organizzatori e fonico vengono abbattute, tutti sono sulla stessa barca e devono remare per andare avanti. I Verme salgono sul palco non per mostrare la loro bravura, ma per coinvolgere, abbandonando gli stereotipi sul musicista e buttandosi nella mischia che c’è davanti.
Dopo tre EP e uno split con Do Nascimiento e Gazebo Penguins, il 22 dicembre 2012 i Verme misero la parola fine alla loro avventura con un ultimo concerto. Un insieme di spintoni, grida, insulti e minacce vere e presunte, il tutto chiuso con la batteria smontata e rimontata tra le mani dei presenti che sorreggono il ritmo di Figlio, e Jacopo che strisciando raggiunge un palo, ci si arrampica e fugge senza salutare, nascondendo l’inevitabile e affettuoso magone.
Credits: toloselatrack, grindontheroad
Fonti: rockit, magmusic, grindontheroad, rcdc