Siamo sul finire del XV secolo quando, in Italia, Giorgio Valla traduce in latino un trattato vecchio di circa milleottocento anni, ovvero la Poetica di Aristotele, primo esempio di trattato occidentale dove l’arte viene analizzata non considerando le componenti estetiche e morali.
La Poetica diventa così influente sugli autori dell’epoca che nel giro di un cinquantennio, sulla sua base, verranno create alcune regole fondamentali per il teatro della seconda metà del Cinquecento. È questo un periodo di profondi cambiamenti, sia di carattere politico che di carattere culturale.
Nell’ambito specifico del teatro, dopo il dominio in ambito umanistico dei modelli classici ereditati dai greci e dai latini, si è alla ricerca di una nuova normativa estetica universale, valida per chiunque e per tutte le arti. Questa nuova normativa si avvale di alcuni punti fondamentali, quali la verosimiglianza – ovvero soggetti e avvenimenti dovevano essere realmente possibili, era quindi sconsigliato l’uso di manifestazioni soprannaturali, se non appartenenti alla mitologia comunemente accettata, e battaglie, poiché troppo complesse da rendere in modo convincente sul palcoscenico; si devono evitare i soliloqui dei personaggi, poiché inverosimili (nasce così la figura del confidente per permettere al personaggio di esprimere i suoi segreti); il dramma deve trasmettere una morale, quindi il male viene sempre punito e il bene sempre premiato.
Tenendo conto di queste componenti si vengono a delineare due sole forme possibili di rappresentazione: la tragedia, dove si mostrano i tremendi risultati di errori e misfatti; e la commedia, dove si mettono in ridicolo i comportamenti da evitare.
Dalla Poetica vengono tratte anche le tre principali unità che compongono un dramma, ovvero azione, tempo e luogo – da questi pressuposti deriva la regola che un dramma debba avere un’unica trama, svolgersi nel giro di ventiquattro ore ed essere ambientato in un unico luogo.
Alcune di queste regole sopravviveranno fino al XVIII secolo, ma l’impatto che riscontrano sui contemporanei non è dei più calorosi, anzi gli spettatori meno colti non apprezzano questi cambiamenti. Si deve però riconoscere la sua influenza per diversi secoli, oltre alla straordinaria rilevanza di riportare alla luce un testo così significativo come è la Poetica, prova di un passato tanto importante per la società occidentale.
Fonti:
“Storia del teatro”, Oscar G. Brockett, Marsilio, 2014
Credits
www.frammentiarte.it