Venezia, la città sull’acqua, dell’amore, la più bella, ma soprattutto è la città delle tradizioni. Il suo carnevale è conosciuto in tutto il mondo, i festeggiamenti, i colori, le maschere, perché Venezia e le sue maschere, che sono delle vere e proprie opere d’arte non solo da indossare, ma soprattutto da esibire e conservare come veri e propri cimeli.
L’antica tradizione veneziana del mascheraio nasce nel 1300 e vuole che le maschere siano realizzate interamente con cartapesta e successivamente colorate a mano. L’origine delle maschere però è fatta risalire a parecchi decenni prima, quando la storia va ad intrecciarsi al folklore del Carnevale. Difatti le maschere sono l’anima della festività, vi è la possibilità di divertirsi nel più totale anonimato annullando quindi ogni forma di appartenenza personale a classi sociali, sesso, religione, si diviene semplicemente una “signora maschera”, si fa tutti parte di un grande palcoscenico mascherato, in cui attori e spettatori si fondono in un unico ed immenso corteo di figure e colori.
Presto però le maschere e i costumi vengono utilizzati per compiere cattive azioni. Le persone, grazie al fatto che non venivano riconosciute, infrangevano la legge, nascondevano armi pericolose, e truffavano il prossimo. Per questo motivo le autorità dovettero introdurre per decreto delle limitazioni, dei divieti e delle pesantissime sanzioni.
Dal connubio maschere e Carnevale nasce la Commedia dell’Arte. In un primo momento si trattava di piccoli spettacoli mascherati allestiti nei teatri privati della città finanziati da famiglie nobili veneziane. Verso la metà del Cinquecento, grazie alla diffusione dell’evento, nacquero altri teatri destinati anche ad un pubblico popolare. Il termine Commedia dell’Arte però viene coniato solo nel 1750 grazie al commediografo e librettista Carlo Goldoni che lo introduce all’interno della sua commedia Il teatro comico. Una delle sue maschere più famose è Truffaldino, più conosciuto come Arlecchino, uno sciocco ma astuto servitore, protagonista della commedia Il servitore di due padroni.
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fonti: studio da parte dell’autrice
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