Un anno fa, esattamente il 16 giugno 2016, moriva Jo Cox, la deputata laburista uccisa da Thomas Mair alla vigilia del voto riguardo alla Brexit. L’atto, portato a termine con una ferocia spaventosa, sembra l’inizio di un circolo vizioso che si sta chiudendo attorno al collo del Regno Unito, ricordandoci, all’anniversario dell’omicidio, di non trascurare mai ciò che accomuna la morte della deputata al terrorismo scatenatosi di recente: l’intolleranza nei confronti del diverso.
L’assassinio di Jo Cox è stato compiuto da un uomo di idee filonaziste, razzista ed estremista di destra che, sull’onda di una comune tensione in vista del referendum, ha colpito la deputata in quanto schierata contro la Brexit e sostenitrice dell’immigrazione e del multietnismo. Risulta difficile non ricollegare questo episodio, in cui è stata assassinata una persona che difendeva questi valori, ai fatti accaduti di recente in Seven Sisters Road (Finsbury Park, Londra), dove un furgone ha travolto chi usciva da Muslim Welfare House, centro sociale islamico del quartiere, affollato in occasione del pasto serale per il Ramadan.
L’attacco è stato mirato ad uno dei simboli della comunità musulmana, che, proprio in virtù degli episodi terroristici susseguitisi negli ultimi mesi nel Regno Unito, sta subendo ritorsioni ed episodi di islamofobia ed intolleranza, come riportato dal Muslim Council of Britain, la più grande associazione rappresentante della comunità islamica britannica:
«Nelle ultime settimane e mesi, molti musulmani hanno subito manifestazioni di islamofobia e questa è la più violenta che sia avvenuta finora. Considerato che stiamo arrivando alla fine del Ramadan e alle celebrazioni di Eid (la festa che conclude il mese di digiuno, ndr), ci aspettiamo che le autorità aumentino controlli e sorveglianza nei pressi delle moschee. Molti si sentiranno terrorizzati e addolorati da quanto è avvenuto stasera»
Bisogna, naturalmente, condannare ogni episodio di violenza, odio ed intolleranza. Questo invita a fare, per esempio, anche il vedovo di Jo Cox, Brendan Cox: impegnato, sin dalla scomparsa della moglie, nella battaglia contro gli estremismi di qualunque genere e provenienza, sprona a condannare chi incoraggia e fomenta l’odio. Riportiamo una breve citazione tratta da Repubblica:
«Fascisti di estrema destra e islamisti sono sospinti dal medesimo odio delle diversità, dalla stessa ideologia suprematista e dall’uso delle stesse tattiche per uccidere. Sono certo che sconfiggeremo entrambi. Ma se giustamente condanniamo i predicatori dell’odio, quando ci attaccano i terroristi islamici, dobbiamo fare la stessa cosa con chi diffonde l’islamofobia»
Percorso non semplice, quello da intraprendere. Come affermato da Brendan Cox nella medesima intervista, infatti, la Brexit sta legittimando il pregiudizio:
«[…] basta andare online per trovare una serie di organizzazioni che incitano apertamente alla discriminazione, all’odio non contro specifici estremisti ma contro i musulmani nel loro insieme. Sono persone bene organizzate e ben finanziate. E anche i media devono stare attenti a distinguere tra un fanatico che uccide in nome dell’Islam e un’intera religione»
Ad un anno dalla scomparsa di Jo Cox, c’è molto bisogno di riflettere su due aspetti di un medesimo problema: con l’intolleranza non si va lontano e, se permettiamo che l’islamofobia prenda piede, renderemo le due facce di questa medaglia d’odio perfettamente complementari.
Fonti:
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