La lotta contro la disparità di genere passa anche da questo.
Qualche tempo fa Facebook impose una strana quanto controversa regola volta a limitare la circolazione di immagini potenzialmente disturbanti o discriminatorie: all’interno di un provvedimento che si poneva lo scopo di tutelare gli utenti, veniva anche bandito dal famoso social network ogni foto raffigurante un capezzolo femminile. Colpevole di suscitare pensieri perversi, osceni o forse ritenuto potenzialmente pericoloso per l’ordine sociale, il capezzolo femminile veniva tacciato di essere inopportuno, a fianco di genitali, nudi integrali e foto di rapporti sessuali completi.
Da tale divieto era però escluso l’invece innocuo capezzolo maschile.
Per questo motivo molte donne hanno iniziato a diffondere immagini del proprio seno nudo con un capezzolo modificato: attraverso un banale fotomontaggio veniva sovrapposto un capezzolo maschile sopra il proprio per aggirare il divieto e caricare così la foto desiderata. Il motivo alla base era ovviamente provocatorio, essendo le due forme praticamente indistinguibili. Fa inoltre sorridere osservare come foto palesemente sensuali ottengano invece l’autorizzazione della piattaforma, purché quel piccolo lembo di pelle venga nascosto alla vista.
Eppure Facebook non è il solo esempio di come il seno femminile sia ancora oggi ritenuto una parte del corpo da celare, pena l’accusa di voler esplicitamente stuzzicare la fantasia degli uomini, evidentemente ritenuti all’unanimità incapaci di controllare i propri istinti. Rivestito di una carica sessuale, il seno femminile viene ritenuto fautore di messaggi erotici e ne viene quindi spesso proibita l’esposizione. Proibita sia ben inteso dalla morale pubblica, ma non sempre dalla legge. Le leggi sul nudismo e sul topless sono infatti ambigue e spesso non note nemmeno alle forze dell’ordine. Teoricamente esiste una distinzione tra topless e nudismo, motivo per cui, per esempio nelle spiagge, è consentito l’uno e vietato l’altro. Questo discorso vale ovviamente esclusivamente per il corpo femminile. Ciò che quasi nessuno sa però è che esistono leggi che ne consentono la pratica anche all’interno delle città, nei parchi cittadini ad esempio.
Nel 2015 a New York il movimento femminista Outdoor Co-ed topless Pulp Fiction apprecciation society ha dato il via ad un movimento di sensibilizzazione, denominato Free the nipple.
In una video intervista realizzata dal New York Times alcune delle giovani attiviste espongono la propria posizione proprio all’interno di uno dei parchi della città, mentre esercitano un loro diritto: togliersi maglietta ed eventuale reggiseno e rimanere in topless, esattamente come i molti uomini che si incrociano durante le giornate più calde. Le reazioni dei passanti sono indicative dell’idea che comunemente si ha del seno femminile. Molte persone se ne dichiarano infastidite, o turbate, altre ritengono che sia un atto provocatorio o potenzialmente pericoloso per l’incolumità delle giovani davanti ad una possibile (e per molti legittima) reazione degli uomini di passaggio. È capitato talvolta che siano state allertate le forze dell’ordine e molte donne sono state ingiustamente arrestate con l’accusa di atti osceni. Ingiustamente, in quanto tutte loro si stavano limitando ad esercitare un diritto sancito dalla legge.
Nel 1992 la giovane Ramona Santarelli accusò le leggi newyorkesi sul nudismo di essere incostituzionali, in quanto riferite al solo capezzolo femminile. Molti giudici le diedero ragione e legalizzarono il topless femminile.
“La legge non dovrebbe variare a seconda del genere. La legge è legge” afferma un’attivista
La legge americana ritiene lecito il topless maschile a partire dell’anno 1937, fino ad allora vigevano le stesse regole per ambo i sessi. Perché allora questa disparità?
“Metà della popolazione ha le tette, e tutti quanti hanno succhiato un capezzolo almeno una volta nella vita. Non capisco quale sia il problema“
Alla base del movimento soggiace l’idea che la società moderna abbia attribuito al seno femminile una valenza erotica che non gli appartiene. Free the Nipple vuole riportare all’attenzione delle persone la vera natura del seno femminile, come semplice organo per l’allattamento.
Sempre nel 2015 alcune donne in topless scelsero la piazza di Times Square per manifestare contro la disparità di genere ancora presente in molti stati americani, in molti dei quali è ancora illegale mostrare il seno scoperto. L’iniziativa ha immediatamente attirato l’attenzione dei media che hanno diffuso il messaggio, e le immagini, delle così soprannominate “desnudas” giungendo fino all’ambiente della politica e dello star system.
Mentre il sindaco della città di New York Bill De Blasio si è detto preoccupato, ritenendo di dover affrontare in modo risoluto la situazione, e stati come il New Hampshire hanno in programma di bandire il topless femminile, diverse star hanno scelto di appoggiare il movimento, in nome di una rivendicazione al diritto della donna di essere ritenuta pari all’uomo in tutto e per tutto, senza che una parte del suo corpo biologicamente innocua, venga ritenuta oggetto sessuale pericoloso.
Indicativo il fatto che nessuno si sia mai davvero scandalizzato per il Cowboy nudo, nemmeno quando questi si candidò scherzosamente per la carica di sindaco della città.
La società occidentale considera il seno femminile una parte del corpo molto sensuale e per questo motivo privata, da nascondere. A questo consegue il quasi imprescindibile utilizzo del reggiseno, spesso spinto da motivazioni mediche, che ne accentuino le forme, lo modellino, sostengano e impediscano la visione del capezzolo, e la fobia verso l’allattamento in pubblico.
E’ molto improbabile che si possa giungere ad una universale accettazione del topless femminile e forse non è nemmeno necessario che avvenga, ciò che è davvero importante è che si inizi a considerare il corpo femminile come un corpo, un corpo fatto di carne e sangue, con delle forme e delle funzioni biologiche, che siano scevre da allusioni sessuali, e che le donne possano finalmente giungere ad essere considerate delle persone, prima che degli stimoli involontari per la libido altrui.
Fonti: img, Internazionale, Lapresse, Radionumberone, LaRepubblica, Freethenipple
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