di Federico Lucrezi
Ci risiamo.
Eccoci un’altra volta a piangere un morto. Barbaramente ucciso da una delle piaghe del nostro tempo, uno dei più spietati serial killer mai esistiti.
Eccoci un’altra volta a piangere l’ennesima vittima dell’Ignoranza, quella con la I maiuscola.
Abbiamo già parlato in passato di come l’affidamento irrazionale a cure alternative prive di qualsiasi tipo di riscontro scientifico possa essere letale, ma il caso del bambino morto ad Ancona di cui hanno parlato tutti i giornali è ancora più triste e ingiusto. Morire a 7 anni. Morire a 7 anni per un’otite. Una malattia banale, che è capitata a tutti o quasi. Morire a 7 anni perché anziché consultare un pediatra i genitori si rivolgono ad un medico omeopata.
Non è la prima volta che la famiglia fa ricorso all’omeopatia, per sua stessa ammissione. Ma questa volta ci è scappato il morto.
Chiariamo subito: l’omeopatia non uccide, non ha effetti collaterali, non può essere in alcun modo dannosa per chi ne assume i composti. Nata a inizio Ottocento dalle teorie di Samuel Hahnemann, l’omeopatia si basa sul principio di similitudine che individua la cura di una malattia nella medesima sostanza capace di riprodurne la sintomatologia su un soggetto sano. Al paziente viene somministrata una dose estremamente diluita del principio attivo che, di fatto, rende il composto un puro eccipiente. In buona sostanza acquistando prodotti omeopatici si sta acquistando acqua o zucchero. Se non altro ci si può preparare il caffè.
Ovviamente non esiste alcuno studio scientifico in grado di dimostrare l’efficacia delle cure omeopatiche, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha preso una posizione netta affermando con chiarezza che l’omeopatia non è una cura e studi più recenti hanno dimostrato che l’efficacia dei composti omeopatici non è superiore a quella di un banale placebo.
L’omeopatia, dunque, non uccide e non fa male semplicemente perché non ha alcun effetto apprezzabile. Si potrebbe pensare che l’unico effetto possa essere l’incredibile capacità di alleggerire i portafogli di chi ne fa uso, ma sarebbe decisamente riduttivo. Come per qualsiasi cura alternativa alla medicina tradizionale, e perfettamente inutile, la vera insidia legata all’omeopatia sta nel pericolosissimo binomio che scaturisce dall’ignoranza di chi ne fa uso in presenza di una malattia seria.
Nel caso del bambino nelle Marche l’omeopatia non ha avuto alcun effetto sul peggioramento delle sue condizioni. La situazione è diventata critica nel momento in cui, pensando di combattere la malattia con le cure omeopatiche, la famiglia non si è rivolta a medici competenti trasformando qualcosa di quasi banale in una trappola mortale che è stata fatale.
Internet ha avuto il grosso merito di dare la possibilità di far sentire la propria voce a tutti, ma allo stesso tempo ha messo tutti sullo stesso piano. Il medico e il cialtrone, lo specialista e l’ignorante. A farne le spese oggi è un bimbo di 7 anni che ha pagato carissimo l’ignoranza della famiglia, domani chissà.
Quando una persona non è più in grado di intendere e di volere viene nominato un tutore in grado di prendere decisioni per lei nel suo esclusivo interesse. Oggi tante, troppe persone popolano non solo internet ma la società tutta senza avere gli strumenti intellettuali adeguati per prendere decisioni consapevoli. Tante, troppe persone non sono in grado di intendere e di volere. Sarebbe il caso che lo Stato agisse con decisione nell’interesse del suo popolo.
Abbiamo condannato Wanna Marchi per truffa. Forse è giunto il momento di agire anche contro l’omeopatia e tante altre cialtronate solo apparentemente innocue.
O saremo qui molto presto a piangere indignati un nuovo morto.
FONTI: BBC News