Il cinema ci ha abituato a scenari mozzafiato. Ma una cosa è vederli sul grande schermo, un’altra è esserci dentro. Una sensazione di immensità che neanche il miglior HD può rendere. Ed è proprio la sensazione che si prova al tramonto in cima al promontorio del golfo di Baratti, in provincia di Livorno, dove sorge un’antichissima città, ormai disabitata. Il suo nome, Populonia, diversamente da quanto si può pensare, si rifà a Fufluna, dio etrusco del vino e dell’ebrezza.
Un insediamento che era estremamente importante per l’Etruria, perchè oltre ad essere una delle poche città costiere vi erano anche molte cave minerarie.
Strategicamente poi, dominare quella porzione di mare portava un notevole vantaggio. Si pensi che quando non c’è foschia il panorama è così ampio che si riesce a scorgere le coste orientali della Corsica, oltre che l’Isola d’Elba.
Ma la città smise presto di brillare e lentamente decadde: probabilmente era troppo isolata rispetto al resto dell’area circostante. Inoltre fu luogo di scorribande e razzie barbariche che costrinsero buona parte degli abitanti ad abbandonarla per evitare ulteriori pericoli.
Il borgo medioevale che è sorto successivamente domina con la sua torre quadrangolare. Quest’ultimo fu costruito dagli Appiani nel XV secolo.
All’interno del centro abitato è presente un museo etrusco che racchiude gran parte dei reperti rinvenuti sul promontorio.
Suggestiva è anche la necropoli, che conserva edifici costruiti più di due millenni fa e ci ricorda quanto gli etruschi siano stati un popolo unico, con tradizioni e costumi che li distinguevano totalmente dalle altre civiltà del mediterraneo, tutte unite da un minimo comune denominatore. Non per niente le loro origini sono ancora oscure e oggetto di studio.
Fonti: www.parchivaldicornia.it
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