Milano sei testarda
continui a sputare poeti
fuori dai tombini;
a branchi invadono
le tue strade masticate
con gli occhi sotterranei
di chi non accende mai il sole
Milano ci metti troppo impegno
a raccontarci di muri pisciati,
di giornate senza porte per uscire
di casa,
del cielo scaraventato sui navigli
Milano sei ingenua
ti fidi troppo dei formicai
che ti crescono in pancia;
ci svegliamo sempre più spettinati
con un po’ di quel sonno che ci rubi
coi tuoi lampioni e i tuoi petardi
se ci sei tu dietro le finestre
ad aspettarci
anche un caffè senza zucchero
diventa portone aperto
diventa rivoluzione.
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