Tornano in Italia i Royal Blood con un nuovo lavoro in studio

Dopo l’enorme successo del primo album, uscito nel agosto 2014, i Royal Blood annunciano un nuovo lavoro e l’imminente tour mondiale. Il duo britannico originario di Brighton porterà il suo deciso e sano hard rock sui palchi di Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone e anche Italia, con un’unica data nel nostro Paese: il 2 novembre 2017 al Fabrique di Milano.

“Lights Out” è il primo singolo estratto da How Did We Get So Dark?, secondo lavoro in studio dei Royal Blood, in uscita domani (16 giugno) tramite Warner Bros. Records, tre anni dopo l’album di debutto dal nome dell’omonima band. Il brano si presenta carico dell’essenza che contraddistingue il gruppo, rimanendo su binari già ben delimitati. Scelta meno apprezzata da chi sperava in un evoluzione per vie più sperimentali del duo. Tuttavia bisogna attendere l’uscita dei dieci pezzi che compongono l’ultimo lavoro per poter trarre conclusioni in merito: sicuramente ci saranno novità che accontenteranno tutti. Per chi spera di risentire i Royal Blood del primo album, “Lights Out” è un pezzo che non delude la aspettative.

 

L’esplosivo duo britannico formatosi nel 2013 a Brighton e composto da Mike Kerr, voce e basso, e da Ben Thatcher, batteria, vanta rilevanti apparizioni ai festival più prestigiosi (Download e Glastonbury Festival, per citarne alcuni), diverse collaborazioni di rilievo, numerose date sparse su tutto il globo e altrettanti riconoscimenti e apprezzamenti dal mondo musicale. Ciò che contraddistingue la band è la ricercata strumentazione, che ha portato alla nascita di un proprio stile unico e difficilmente imitabile. Il riferimento cade in particolare alla strumentazione di Kerr, frutto di una laboriosa ricerca, necessaria affinché la band possa rendere al meglio senza l’aggiunta di una chitarra.

La prevendita per l’immancabile data milanese del 2 novembre è già iniziata. I Royal Blood sono una delle più rilevanti realtà del panorama rock mondiale, portano sane boccate d’aria fresca. Non si può perdere l’appuntamento.

 


Fonti: Indierock, Storia della musicaRolling Stone, Radio One, Wikipedia.

Credits: Img 1, Img 2.

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