Vedo di striscio
i tuoi occhi arrossati
versare lacrime
che si posano sulla mia spalla
a cui t’appoggi
cercando un riparo,
salate.
Tu così forte
e dolce buona dinamica
amica che altro non sei
che bontà per tutti.
Mi ricordi mia madre.
E ora soffri per il vuoto
che ti lascia
l’inutile morte.
Vederti così è morte stessa,
fine degli ordini
che conosco e vivo,
ingresso dell’insensatezza
e la sovversione dal cuore tuo
al mondo che vedo.
Mi ricordi mia madre
quella volta che mi raccontava
di giovani, oggi vecchie,
sofferenze.
E nulla potevo, come non posso ora,
fare per lenirle
e ridare luce
a quegli occhi rossi.