Il 23 novembre del 1980 un violento terremoto colpisce l’Irpinia. Non si contano i morti, i feriti gli sfollati. A distanza di due giorni i soccorsi non hanno ancora raggiunto tutte le località colpite dall’evento sismico: appare chiaro a tutta la nazione che i soccorsi non stanno funzionando.
Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, dopo essere stato in visita alle zone colpite dal sisma, pronuncia uno dei discorsi più celebri e ricordati della storia della Repubblica Italiana. In tale discorso il Presidente illustra con sincerità e chiarezza quelle che sono le colpe e le mancanze dello Stato e della politica italiana.
Nel 1970 in Parlamento furono votate leggi riguardanti le calamità naturali. Vengo a sapere adesso che non sono stati attuati i regolamenti di esecuzione di queste leggi. E mi chiedo: se questi centri di soccorso immediati sono stati istituiti, perché non hanno funzionato? Perché a distanza di 48 ore non si è fatta sentire la loro presenza in queste zone devastate? […]
È dopo questa tragica calamità che si inizia a parlare di Protezione Civile in maniera più sistematica e composita rispetto al passato. Si capisce che è necessario predisporre dei piani di intervento efficaci da utilizzare in situazioni d’emergenza e che è ugualmente importante sviluppare adeguatamente il tema della prevenzione del rischio.
Proprio per questo motivo nel 1982 viene istituita la figura del ministro per il coordinamento della protezione civile, gestito da Giuseppe Zamberletti.
Zamberletti è ritenuto il padre della moderna Protezione Civile italiana. Dopo il terremoto del Friuli del 1976 è nominato commissario per la gestione dell’emergenza ed è qui che nasce e si sviluppa il “modello Friuli”. Il commissario coinvolge fin da subito i sindaci e gli amministratori regionali delle località colpite nella gestione dell’emergenza. Fa istituire in ogni comune colpito un centro operativo guidato dal sindaco. Questo coinvolgimento continuerà anche nelle delicate fasi della ricostruzione, in cui anche i cittadini vengono chiamati a svolgere una collaborazione attiva. L’uso di questo sistema si rivela efficace e seguendo il motto “dov’era, com’era” in circa quindici anni i lavori di ricostruzione sono completati.
Nel 1992 si verifica una seconda svolta molto importante: nasce il Servizio nazionale di protezione civile. Tutto il sistema viene profondamente riorganizzato e in questa nuova realtà trovano uno spazio nuovo il volontariato e la partecipazione concreta di varie realtà sociali attive su tutto il territorio nazionale.
Fonti:
www.protezionecivile.gov.it
www.volontarioprotezionecivile.it