Quando pensiamo alla quadro di Van Gogh della sua camera da letto ci riferiamo alla versione del 1888 conservata al Van Gogh Museum di Amsterdam.
In realtà esistono ben altre due versioni, realizzate l’anno successivo e conservate al Museo d’Orsay di Parigi e all’Art Institute di Chicago.
Perché realizzare lo stesso quadro tre volte?
Iniziamo dal principio.
Van Vogh nel 1888 si trasferisce ad Arles, in Provenza, abbandonando la caotica Parigi.
Affitta la famosa casa gialla delle sue tele con la volontà di farla diventare un atelier di artisti. Tuttavia soltanto Gauguin trascorre un periodo in quella casa e la convivenza non fu tanto facile.
I due erano legati da una grande amicizia, ma Gauguin non amava la Provenza di Van Gogh e Van Gogh non sopportava gli atteggiamenti di Gauguin.
La situazione peggiora definitivamente quando il 23 dicembre del 1888 in seguito ad un litigio Van Gogh si taglia l’orecchio. In seguito a questo evento Gauguin abbandona Arles e Van Gogh si fa ricoverare fino al gennaio 1889 nel manicomio di Saint-Rémy. Qui l’artista realizza le altre due versioni della camera da letto.
Il soggetto della tela è particolarmente sentito dall’artista. Egli descrive la sua opera in più di una decina di lettere indirizzate al fratello Theo. In una di queste dice:
“Questa volta è semplicemente la mia camera da letto, solo che qui il colore deve fare tutto”.
Ed è così, il colore e la semplicità dell’arredamento predominano.
Van Gogh utilizza colori chiari e decisi, in particolare il giallo avrà una grande importanza diventando il suo colore preferito. Egli scrive:
“muri di lilla pallido, il pavimento di un rosso spezzato e stinto, le sedie e il letto giallo cromo, i cuscini e il lenzuolo di un verde limone pallido, la coperta rosso sangue, la toeletta arancione, il catino blu, la finestra verde”.
Colori che danno un senso di tranquillità e pace alla stanza; come se si trattasse di un istante fermato nel tempo.
Come mai la scelta di un soggetto simile? Perché dipingere la propria stanza?
La lettura dell’opera è assai complessa, motivo per il quale ci affidiamo alle lettere dell’artista indirizzate al fratello.
“Dovrà suggerire riposo o sonno in generale. In una parola, guardare il quadro deve far riposare il cervello”.
La camera è il luogo dove traspare l’interiorità e l’intimità dell’artista. Gli oggetti che circondano la camera e la tranquillità che regna rendono il posto un idillio per Van Gogh; egli può rifugiarsi qui dentro e allontanarsi dai problemi della vita.
È per questo che realizza le altre due versioni della camera durante il suo ricovero al manicomio. Egli vorrebbe essere nella sua stanza, circondato dai suoi oggetti, nell’intimità della sua vita.
La sua camera da letto non è un semplice quadro, anzi! Rappresenta il luogo di pace e tranquillità del nostro grande artista Vincent Van Gogh.
Credits:
fonti: studio dell’autrice
foto: www.pinterest.com