“In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto
di ciò che esiste.”
[Vangelo di Giovanni 1- 1,3]
A un primo sguardo sono solo una semplice penna. Una comune, banale, ordinaria penna.
Forse nemmeno mi avresti notata se ora non avessi attirato la tua attenzione su di me, oppure mi avresti guardato con sufficienza, come si guarda una consueta penna da due soldi.
Eppure, se solo ti soffermassi un momento a pensare, capiresti quanto sia immeritata ogni singola rapida occhiata di presunzione.
Pochi millilitri di inchiostro conservo nel mio corpo, ma con essi sono in grado di creare un intero Universo.
Come un pennello le mie parole sono in grado di dipingere immagini, non su tela, ma nella mente del lettore e, se ben disposte, esse possono suscitare le stesse emozioni d’una grandiosa opera d’arte.
Basta che io mi muova, che volteggi su un foglio tracciando qualche indelebile segno e, in un lampo, posso trascinarti tra alte vette innevate immerse in un secolare silenzio, nell’arido deserto tra le piramidi di Giza, nell’Oceano Pacifico tra le imponenti onde d’una impetuosa tempesta oppure sulla riva di una quieta spiaggia al calar del Sole, il tutto per qualche centesimo, senza che tu muova un passo e con pochi millilitri d’inchiostro.
Vuoi osservare una tigre? Eccola, è qui di fronte a te, non vedi il suo arancio manto fiammeggiante e i suoi occhi smeraldo acquattati dietro quel verde cespuglio? Non senti il suo ruggito far tremare la notte? O forse preferisci un animale ancor più grosso? Magari una balena, proprio quella che ora sta nuotando sotto la tua scialuppa, proiettando la sua enorme e immensa ombra nera sullo specchio dell’acqua, la balena che adesso sta increspando la superficie cristallina con un possente salto, le cui onde provocate per poco non ribaltano la tua fragile e minuscola imbarcazione.
Ma, se la Terra non ti basta, posso portarti in luoghi altrimenti inesplorabili. Vieni con me nello spazio smisurato; ammira galassie formarsi e distruggersi, esplosioni silenziose di mille colori, pianeti che ruotano intorno alla propria stella, meteoriti vagare nel buio verso bagliori lontani, distese di costellazioni protendersi per miliardi di anni luce.
Non provi un sublime tremito alla consapevolezza di poter abbracciare con un solo pensiero qualcosa infinitamente più grande di te?
Alla luce di tutto ciò, forse ora incominci a guardarmi con un occhio diverso; magari non vedi più una semplice penna ma, come Yashoda dentro la bocca di Krishna, la porta sul Cosmo.
Daniele Palmieri