Davy Jones. Chiunque sia un fan di Pirati dei Caraibi, non può non conoscere il nome di questo personaggio, capitano dell’Olandese Volante e padrone del mostro marino noto come Kraken. Nel film, si narra di un pirata che per amore della dea del mare, Calipso, accetta un patto: l’immortalità, la possibilità di rivedere la sua amata per sempre in cambio del suo legarsi al mare in eterno e dell’obbligo di traghettare le anime di coloro che sono morti in mare. Avrebbe potuto scendere a terra solo una volta ogni dieci anni, “per vedere quella che lo ama” come ci dice la stessa dea.
Il nome Davy Jones si associa ad una superstizione marinara di origine anglosassone. Secondo la leggenda, egli sarebbe un demone del mare, un essere sovrannaturale spesso associato alla morte per annegamento dei marinai e ai relitti che giacciono negli abissi. Si narra che presiedeva su tutti gli spiriti maligni delle profondità, e poteva apparire in diverse forme prima di naufragi, uragani e altri pericoli della navigazione, avvertendo i devoti marinai del pericolo e della morte che si avvicinavano. Diffuso era il riferimento al “Davy Jones’ locker”, ovvero lo “scrigno di Davy Jones”: questo era un modo particolare per indicare il fondale marino, nell’accezione di “tomba negli abissi”, un luogo in cui riposano i caduti del mare. Quando qualcuno moriva inghiottito dalle onde, si usava dire: “He’s gone to Davy Jones’ locker”.
Le origini di questa leggenda sono dubbie. C’era stato effettivamente un pirata di nome Davy Jones intorno al 1630, che era attivo nell’Oceano Indiano, ma è improbabile che fosse così famoso da dare il via ad una leggenda così diffusa in gran gran parte del mondo. Un’ipotesi riguarda i marinai del Galles, che invocavano San Davide per ottenere protezione durante le traversate in caso di pericolo. Altri pensano che “Davy” possa essere una deformazione di “devil” (Diavolo). Un’ulteriore teoria collegherebbe invece il cognome “Jones” al nome di Giona, protagonista di un noto episodio biblico: egli sarebbe diventato l’angelo malvagio dei marinai dopo aver passato tre giorni nel ventre della balena.
Non sembra esserci nessuna relazione tra questa leggenda e il mito del Kraken: questo mostro, di origini scandinave, viene ricordato come un mostro gigante dalla forma di piovra o calamaro, in grado di inghiottire navi intere. Davy Jones sembra avere a che fare poco anche con quella che nel film è l’amata e ambigua Calipso: nei miti greci, essa viene ricordata come una dea legata al mare, bellissima e immortale, ma che fu punita dagli dei per essersi schierata dalla parte del padre (il titano Atlante) contro di loro e fu quindi costretta a rimanere sull’isola di Ogigia, dove arrivavano eroi bellissimi di cui lei si innamorava ma che puntualmente dovevano ripartire (uno di essi fu Ulisse).
Da grandi appassionati della saga, perdoniamo i cambiamenti e le aggiunte che gli sceneggiatori hanno apportato a questo personaggio leggendario, visto che sono stati capaci di regalarci un cattivo formidabile, spietato e senza cuore ma allo stesso tempo tormentato e romantico. Mentre ci prepariamo a correre al cinema per il quinto capitolo della saga, possiamo solo augurarci di trovarvi nuove leggende e miti del mare da esplorare e di cui innamorarci ancora una volta.
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