Succede che ad un tratto qualcosa si rompe,
e il rumore del metallo che rimbomba sul suolo mi scuote l’anima
ancora una volta
benché mi renda conto che è soltanto l’ultimo pezzo che era destinato a crollare
come tutti gli altri.
Succede che ad un tratto mi sento investita di un’energia nuova
e scopro di essere stata prigioniera per tutto questo tempo
in una gabbia invisibile:
una gabbia a cui mi aggrappavo con cieca fiducia
ma che, nel fingere di proteggermi, mi logorava a poco a poco
destinandomi ad una sadica agonia.
Succede che ad un tratto mi ritrovo ad avere un paio d’ali,
io, che non pensavo minimamente di esserne dotata.
Ali candide ed imponenti,
che si agitano fremendo
con una commovente brama di essere spiegate.
E guarda il cielo come si estende azzurro sopra di me:
sembra volermi invitare ad unirmi a lui
in un sospirato amplesso di libertà.
Così inizio a volare, e volo, volo, in tutta la mia stupenda fragilità
sentendo il peso della gabbia sempre più leggero
fino a quando sparisce completamente in un soffio di vento.