La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste.
Non sono io che devo ricordarvi chi lo disse, ma per i più distratti dirò solo “Kevin Spacey ne I Soliti Sospetti”: è solo circostanziale circa l’articolo, ma è una conoscenza che dovete recuperare a prescindere.
Forse l’operazione di marketing dell’anno che si appoggia col gomito sulle spalle di Gazzelle per poi smollarlo non appena una ragazza più carina lo degna d’attenzione, forse una colossale presa in giro senza continuità. Non ci è dato saperlo per ora.
Quello che sappiamo è che questo concentrato di elettronica, rap con un pizzico di neomelodico tanto caro ai partenopei ha per mesi celato la sua identità creando hype, rispondendo in maniera quasi caricaturale alle domande che Rolling Stone gli ha fatto arrivare per mail; sappiamo che il regista dei suoi video, Francesco Lettieri, ha collaborato già con Calcutta e TheGiornalisti e che il 27 maggio sul palco del Mi Ami è avvenuta la prima apparizione in pubblico del “cantante” napoletano.
O meglio, dei cantanti.
Liberato si è rivelato infatti essere, almeno per ora, un collettivo di quattro artisti quantomeno improbabili come Izi, Priestess, Dj Shablo e Calcutta, che già nessuno si sarebbe immaginato di vedere sullo stesso palco, figurarsi nei panni del misterioso Liberato.
Ok, finiamola qui con la cronaca, che ci interessa fino ad un certo punto, e gettiamoci nel fango a elucubrare, teorizzare e dire “Ah ma è Carcutta, ma limortè!” ( non prendiamoci in giro, è stata la reazione del 103% della popolazione interessata).
Ogni social esistente è stato quindi inondato da commenti, reazioni, stupore e soprattutto “teorie del complotto” tra il serio e il faceto, che analizzano con perizia eventuali incongruenze linguistiche e vocali o che semplicemente danno voce a dubbi e sensazioni.
Quella che va per la maggiore è senza dubbio quella che vede Calcutta come semplice ospite e che il progetto fosse in mano agli altri tre, c’è chi è pronto a scommettere sul fatto che Liberato si trovasse dietro al palco e chi invece millanta che si sapeva già da quando al tempo il cantante di Latina dichiarò a Rolling Stone di avere un progetto rap in cantiere.
La cosa interessante è che, proprio il giorno dopo l’evento, sulla pagina dell’artista è uscito questo video che rimescola ancora una volta le carte in tavola:
Liberato era veramente tra il pubblico? Tutto lo show è stato solo una colossale presa in giro? Siamo forse davvero di fronte alla più grande operazione di marketing musicale degli ultimi anni?
È presto per dirlo, quel che sappiamo è che:
La beffa più grande che Liberato abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui esiste.
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