IL FUTURO “GREEN” DELLA FASHION INDUSTRY

Nell’universo variegato del fashion e del glamour pare si stia facendo spazio anche un certo sentimento ecolgically – friendly. Ciò significa che i brand si avvicinano sempre più all’uso di metodi di produzioni e materiali sostenibili ed eco sostenibili.

Parliamo qui di moda impegnata, “green”. L’obbiettivo è quello di orientare verso un consumo più responsabile nell’ottica della critical fashion e dell’ecodesign creando così una vera e propria “utopia sostenibile”. Con green fashion o eco – fashion si intende una moda con una particolare attenzione all’ambiente e che viene prodotta nel rispetto della natura. La green fashion ha radici molto profonde: il suo seme è stato piantato nei primi anni Novanta quando gli stilisti iniziarono a sperimentare i primi tessuti eco-compatibili e nel mondo della moda si diffondeva il concetto di riciclo creativo. Per esempio, in Italia pioniere fu Giorgio Armani che si avvicinò ai “tessuti organici” sperimentando i tessuti di canapa così com’è noto l’impegno della stilista Stella McCartney nel settore della moda ecologica.

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Si prospetta così il futuro della moda: abiti che saranno rispettosi dell’ambiente, così come del consumatore, anche se in realtà questo fenomeno sembra essere il ritorno di una tendenza già in voga agli inizi degli anni ’90, come dimostra anche un articolo, The Green Movement of Fashion, apparso sul “New York Times” del 25 marzo 1990, in cui si afferma come “salvare il pianeta va molto di moda” – così come riportavano importanti riviste del settore come Vogue o Harper’s Bazaar.

Per discutere di questa causa, il mondo della moda e i media mondiali si sono incontrati in una conferenza a Copenhagen per fare luce sulla questione sostenibilità nella moda. L’industria tessile-abbigliamento sembrerebbe essere, infatti, una delle più inquinanti dopo quella dell’olio, con oltre 350,000 tonnellate di vestiti che finiscono in discarica.

Tra i numerosi marchi che aderiscono alla causa, è noto anche l’impegno di un marchio di “fast fashion” (con questa formula si intende il meccanismo instauratosi dopo il successo internazionale di catene di retailer che offrono un grande quantità di capi a prezzi stracciati), come H&M, che porta avanti, con un certo successo, la linea Conscious Collection e Exclusive, collezioni contraddistinte dall’uso di tessuti ecologici. Il brand ha l’intenzione di rendere il 100% della sua produzione interamente eco entro il 2030: Catarina Midby, la manager alla sostenibilità di H&M, precisa che sebbene il reperimento di materiali ecologici comporti una spesa maggiore, la spesa per il consumatore non viene maggiorata, nell’ottica di un investimento nell’abbigliamento sostenibile.

Si compie così un grande passo avanti nei confronti anche della sensibilizzazione del pubblico, il quale viene messo di un nuovo mo(n)do di fare acquisti e di approcciarsi ad un panorama della moda del tutto nuovo ma in via di sviluppo.

Oggi le nuove tecnologie e le nuove tecniche permettono di raggiungere risultati stupefacenti. A suo modo, la moda ecologica dimostra di esserne un esempio di eccellenza.

Fonti: www.news.sky.com, www.nytimes.com

Images: copertina

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