Le parole ‘stazione della metropolitana’ sono normalmente sinonimo di grigio, buio, e fretta imposta dalla routine quotidiana; di certo non evocano immagini idilliache. Poi c’è la metropolitana di Napoli, linea 1, fermata Toledo, progettata da Óscar Tusquets Blanca. La stazione rientra nel progetto Stazioni dell’Arte della Metropolitana di Napoli, e tutto evoca meno che sensazioni negative.
Vincitrice del premio Emirates Leaf International Award come edificio pubblico dell’anno (2013) e del premio ITA – International Tunneling Association per le opere in sotterraneo, la stazione di Toledo si presenta come una serie di opere d’arte di artisti contemporanei in sequenza. Mosaici, lucernari, pannelli e fotografie si susseguono infatti l’uno dopo l’altro per tutti i livelli su cui si articola.
Il primo mosaico si trova nel mezzanino della stazione: William Kentridge ha ideato per la fermata Toledo una tipica scena napoletana, con riferimenti anche a Pompei ed al Vesuvio. Tre lucernari illuminano l’ambiente e mettono in evidenza anche delle strutture murarie aragonesi rinvenute durante gli scavi per i lavori di costruzione della stazione. Scendendo, un secondo mosaico raffigurante due personaggi che trasportano un carretto ed un gatto.
Procedendo verso i livelli inferiori, il cambiamento di atmosfera è evidente: se fino ad ora Toledo immergeva in uno scenario ocra di mattonelle e tufo, bruscamente ora si passa al blu. Ci si trova nella Galleria del Mare di Wilson, ricoperta di mosaici a motivi marini, e curiosamente a quota zero, sul livello del mare. Spicca il Crater de Luz, un altro lucernario. Il corridoio che segue vede esposti dei pannelli anch’essi a soggetto marino, e anch’essi opera di Wilson.
Al piano ammezzato spiccano invece le fotografie di Cevoli. Una fra tutte: Men at work, rappresentante i lavori di costruzione della metropolitana. Fotografie anche per il corridoio che conduce all’uscita di largo Montecalvario; questa volta realizzate da Oliviero Toscani per il suo progetto Razza Umana/Italia, ed aventi per soggetto proprio dei cittadini napoletani. Espone le proprie fotografie anche Neshat, con nove ritratti in bianco e nero.
Toledo non si fa mancare nemmeno l’arte concettuale, con i pannelli neri di Weiner decorati a caratteri tipografici argentati che registrano la frase ‘Molten copper poured on the rim of the bay of Naples’ (rame fuso colato sulle rive del golfo di Napoli), e le ceramiche, con Le tre finestre di Ilya ed Emilia Kabakov e Engiandina, opera di Francesco Clemente avente per soggetto un paesaggio di montagna ed un corteo di figure femminili.
Toledo sarà anche una fermata della metropolitana, ma si può a tutti gli effetti definire un museo decentrato, che offre la possibilità di fruire l’arte anche nei luoghi più impensati.
Fonti: www.anm.it
Images: www.anm.it