DON GIOVANNI: LA SFIDA AL TEMPO, AL CIELO ED ALLA PASSIONE

“Fin ch’han dal vino calda la testa, una gran festa fa preparar!” Così incomincia la prima e quasi unica aria solista di Don Giovanni ed è davvero una grande festa alla quale il pubblico potrà partecipare al Teatro alla Scala di Milano, dal 6 maggio al 6 giugno. L’opera, diretta dal Maestro Paavo Jarvi, per la regia di Robert Carsen, ritorna al teatro scaligero dopo il debutto del 7 dicembre 2011.

Il giovane melomane che non è riuscito a godersi la serata della Prima, nonostante l’interminabile coda notturna davanti alla biglietteria e surclassato dai finti melomani, agghindati a dovere, che si sono guadagnati la preziosa poltrona a carissimo prezzo, avrà dunque la possibilità di rivedere dal vivo il capolavoro mozartiano.

Don Giovanni, interpretato in questo allestimento dal baritono Thomas Hampson, è la forza motrice dell’intreccio. Ascoltando la sinfonia che apre l’opera è evidente la compresenza di due temi, antitetici ma complementari, che lottano  e che si intrecciano fra loro: la morte e l’amore. Il primo tema rievoca la presenza del metafisico, della morte e del divino che si presenta sulla scena incarnandosi nel Commendatore. Il tema lento in andante e maestoso lascia posto successivamente al secondo, molto allegro e vivace, che è riconducibile alla vitalità demoniaca del Don Giovanni, sempre in fuga, mutevole e continuamente coinvolto in vicende amorose.

Don Giovanni non ha uno stile proprio, si adatta sempre allo stile del suo interlocutore con l’obiettivo di sedurlo o ingannarlo. Si serve del travestimento, non solo quello visibile attraverso i costumi che indossa, ma anche quello vocale. Nel tentativo di strappare la bella e giovane contadina Zerlina al suo futuro sposo, la sua vocalità si fa simile al tipico personaggio amoroso, che intona melodie dolci e cantabili. Nel duettino “Là ci darem la mano” la dolcezza della vocalità e delle parole, strumenti fondamentali nel tentativo di conquista del seduttore, vengono smentiti dalla musica. Mozart attribuisce alla musica la capacità di rivelare gli inganni del Don Giovanni, solo la musica svela, contraddicendolo, il vero significato del testo.

Dal gruppo femminile proviene l’unica forza terrena in grado di contrastare il vortice distruttivo di Don Giovanni, Donna Anna, la figlia del Morto, è l’unico vero antagonista che trova il suo parallelo divino nella statua del Commendatore. Donna Elvira, la terza grande protagonista femminile e rappresentante della musicalità tardo barocca celebrata nella sua cavatina col da capo, è la più fragile vittima del seduttore, che la sposa e l’abbandona.

Questa è un’opera principalmente corale, il paradosso è che le scene d’insieme ed i concertati mostrano l’incompatibilità e l’antagonismo dei rapporti umani. La conclusione risulta amara, nonostante aleggi un’atmosfera di gran concertato e di festa conclusiva. Mozart non lo condanna per la seduzione e l’abbandono delle sue vittime, ma per aver osato sfidare il Cielo, invitando a cena la statua del Commendatore.

Altra grande sfida del Don Giovanni è quella di opporsi e distruggere il tempo. Questa volontà di voler scardinare il regolare trascorrere del tempo trova la sua sonorizzazione del caos musicale che verrà attuato durante il finale primo, nel quale il tanz, la contraddanza ed il minuetto si sovrapporranno disordinatamente. Una sovversione dell’ ordine musicale che trova corrispondenza nella sovversione delle regole che ordinano la società e che vengono tenacemente contrastate dal Don Giovanni.

Questa energia travolgente, vitale, che si nutre di passioni umane e di sfide a ciò che di più sacro possa esistere, è pienamente tradotta e trasmessa attraverso la musica, che ci mette in un rapporto di empatia col personaggio di Don Giovanni, ammirato per il suo fascino e per la sua dimensione eroica ancora oggi apprezzata da un pubblico, anche giovane, che ha voglia di riempire i teatri.

 

 

 

 


Fonti:

Lorenzo Da Ponte, Memorie ; Libretti mozartiani : Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte,  introduzione di Giuseppe Armani, Milano: Garzanti: 1991.

Maynard Solomon, Mozart, Milano: Mondadori, 20062 .

Manfred Hermann Schmid, Le opere teatrali di Mozart, Torino: Bollati Boringhieri, 2010.

Stefan Kunze, Il teatro di Mozart, Venezia: Marsilio, 20062

www.teatroallascala.org

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