De laudibus sanctae lucis

Hai la vista leopardiana quando togli gli occhiali
E rimani senza montatura marrone con le macchie
«Non vedo niente», tu mi dici,
Ma io non sono d’accordo
Hai la vista vaga e vedi più di tutti
Perché per guardare dentro le cose
Gli occhiali non servono se non sei intelligente –
Ma intelligente in senso etimologico, come tante volte ne abbiamo parlato,
E sei così bello quando torni con un libro in mano,
Come ieri, come quando il tuo Pozzi ti chiamava e ti ci sei immerso,
Che poi mi hai sorriso con un sorriso tenero, gli occhi sempre un poco adombrati per i tuoi mostri
Generati non creati non dal sonno ma dal troppo funzionare della tua testa

Sei un illuminista al contrario

Siedi sulla panchina con lo schienale, quella abbiamo scelto,
Facciamo casino con le casse del Libraccio e non con quelle che si ascoltano
Fa strano comprare un libro che contiene il testo
Ma la gente non lo sa, compra l’opera e non la carta
Ti riempio di foto come fanno i ragazzini
E mi sento anche io un po’ piccola ma non più piccola di te
Perché io riesco a intelligere qualcosa che
Ho scritto di te, una robetta piccina e innocente, non ricercata, non alta, un po’ come le parolacce. Però le parolacce non significano nulla.

Fonti

Immagini: fontecedro.it

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