A chi non è mai capitato di sentire una canzone, iniziare ad ascoltarla frequentemente e, solo dopo qualche tempo, scoprire che quella che si stava ascoltando non fosse la versione originale, ma una cover? Magari anche di una canzone scritta mezzo secolo prima! Ecco, la playlist che vi propongo oggi è interamente dedicata a questo tipo di brani.
I pezzi che troverete in questa playlist sono estremamente eterogenei, sia come genere musicale sia come collocazione cronologica: si passa dalle colonne sonore di film degli anni ’60 al metal, dalla new wave al reggae, dal punk al prog, in un arco temporale che va dagli anni ’50 all’ultimo decennio. Alcune cover sono più famose della loro versione originale, altre sono praticamente sconosciute. Ciò che accomuna tutte queste canzoni è il fatto che io, come probabilmente la gran parte della mia generazione, ne ho conosciute prima le cover, per poi scoprirne ed apprezzarne successivamente le versioni originali. Per selezionare questi brani però non mi sono limitata a rispondere alla domanda “Quali sono le mie cover preferite?”; così sarebbe stato troppo facile. Ho cercato di mantenere una certa eterogeneità anche sotto questo aspetto, nel senso che in questa playlist ho inserito esempi di come una cover possa rendere molto meglio del brano originale, come nel caso di “Word Up”, o al contrario di casi in cui chi ha fatto la cover avrebbe fatto meglio a lasciarla suonare all’autore originale, come ad esempio “Black Betty” e “Signed, Sealed, Delivered (I’m Yours)”. Ci sono poi cover molto fedeli ai brani originali, come “Thunderball” e “Deep Down”, e molti casi invece che presentano la stessa canzone interpretata in due modi talmente diversi da non poter essere paragonati, come “Whiskey in the Jar”, “Johnny Was” o “Experiment in Terror”.
Per fornire un metro di paragone facile e pronto all’uso, ho creato due playlist separate: una con le cover e l’altra con i brani originali, ovviamente nel medesimo ordine.
Ecco prima la playlist delle cover:
Ed ecco la playlist dei brani originali:
Propongo inoltre una chicca, precisando che “Whiskey in the Jar” è un brano appartenente al folklore americano, per cui è molto difficile, se non impossibile, stabilirne una versione originale. Questa versione suonata da Jerry Garcia e David Grisman probabilmente è quella che più si avvicina a come fu originariamente concepito il brano:
Buon ascolto!