Quando gli esseri umani si sono civilizzati e hanno scoperto che “l’istinto animale” non era più necessario per la loro sopravvivenza, hanno iniziato a misurare il valore dei loro simili in termini di intelligenza. In seguito, negli anni d’oro della scienza, hanno pensato di poterla misurare in modo quantitativo. Il primo che provò a farlo fu Francis Galton, il cugino “stupido” di Charles Darwin. La sua teoria era molto lontana da quella delle intelligenze multiple, e partendo dal presupposto che il cervello umano fosse caratterizzato da una forte ereditarietà fece una ricerca sulla famiglia del compositore Johann Sebastian Bach. Le conclusioni tratte da Galton dimostravano la sua ipotesi, ma il metodo di esecuzione dello studio non era proprio impeccabile poiché i dati erano stati forzati per dimostrare la sua idea. Sulla base di questo studio Galton propose di migliorare la razza umana selezionando le menti migliori. Oggi sappiamo che l’istruzione può contribuire ad ampliare le capacità intellettive degli individui, ma all’epoca l’idea di Galton piacque a molti e così si rese necessario sviluppare un test che consentisse di misurare l’intelligenza.
Il primo centro di “ricerca” fu fondato a Londra nel 1882 e le prove per stabilire l’intelligenza valutavano la velocità di reazione agli stimoli e le capacità sensoriali. Negli anni successivi molti psicologi cercarono di quantificare tramite dei test le capacità mentali degli individui e nel 1908 Alfred Binet pubblicò il primo test d’intelligenza moderno, la prima versione del famoso test del QI. Il suo scopo era identificare gli alunni che avevano bisogno di un aiuto nelle materie scolastiche, ma sappiamo che in seguito venne usato per fini molto meno nobili.
Oggi per fortuna la situazione è cambiata notevolmente e gli studi sull’intelligenza non hanno più l’obiettivo di creare metodi per misurarla, ma si accontentano di classificarla. La teoria più famosa al riguardo è sicuramente quella di Howard Gardner, detta delle intelligenze multiple, secondo la quale ogni persona possiede almeno otto tipi di intelligenza più o meno sviluppate.
1. Intelligenza logica
E’ l’intelligenza degli scienziati, degli ingegneri e di tutti coloro che devono risolvere problemi matematici e di logica. Aiuta a lavorare con concetti astratti ed è importante per l’elaborazione di esperimenti.
2. Intelligenza linguistica
Poeti, narratori, drammaturghi. Questa intelligenza è propria dei comunicatori di professione e chi la possiede riesce a comunicare in modo efficace il suo pensiero. Sia in forma orale che scritta.
3. Intelligenza corporeo-cinestetica
Chi lavora con il proprio corpo probabilmente ne è particolarmente dotato. Sia per esprimere sentimenti che per trasformare materie prime in oggetti. I massimi esponenti di questo tipo di intelligenza sono chirurghi, artigiani e ballerini.
4. Intelligenza musicale
Tipica di musicisti e compositori. Tutte le figure che elaborano la musica ne sono dotate, ma non solo. Questo tipo di intelligenza è molto sviluppato anche in tutti coloro che, anche senza accorgersene, scandiscono le battute della musica.
5. Intelligenza naturalistica
Tipica di chi vive a stretto contatto con la natura poiché tende a classificare gli oggetti e a coglierne le relazioni.
6. Intelligenza interpersonale
Si tratta della cosiddetta intelligenza sociale ed è tipica di quelle persone che riescono ad entrare velocemente in empatia con i sentimenti e gli stati d’animo dei loro interlocutori. Gli psicologi non si battono in questo campo. In teoria.
7. Intelligenza intrapersonale
Permette di fare una buona autovalutazione. Tipica delle persone riflessive.
8. Intelligenza spaziale
Qui la parola d’ordine è tridimensionalità. Chi la possiede in genere è capace di percepire e memorizzare informazioni visive e spaziali. Se ne siete dotati potreste essere degli orridi scultori o degli ottimi marinai.
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