La vita di un ragazzino di tredici anni non può essere così brutta, si è ancora bambini tutto sommato e le responsabilità sono poche, i pensieri che sfiorano la mente sono banali. Ira Sachs, regista americano, ci dimostra il contrario con il suo film Little Men e ci fa mettere nei panni di Jake (Theo Taplitz) e con lui ci fa rivivere il passaggio verso l’adolescenza vera e propria.
Trasferitosi con la famiglia da Manhattan a Brooklyn dopo la morte del nonno paterno, questo ragazzino introverso e concentrato sul suo futuro da artista fa amicizia con il suo vicino di casa Tony, un ragazzo della sua età, spigliato e loquace. I due cominciano a frequentarsi assiduamente, sembrano fratelli dal legame stretto che in poco tempo li unisce. Passano le giornate a parlare del loro futuro, di fumetti e qualche volta di ragazze. In un primo momento la situazione sembra idilliaca – nonostante le prime scene siano quelle di un funerale -, ma nel pieno della trama troviamo i problemi dei grandi.
Gli adulti in questione sono Leonor, la madre di Tony, cilena e single, che gestisce un negozio di abbigliamento sull’orlo del fallimento di cui gli affittuari sono Brian e Kathy, i genitori di Jake. Nonostante le apparenze, i genitori di Jake faticano ad arrivare a fine mese, dato che Brian non guadagna poco o niente come attore e quindi è costretto ad aumentare l’affitto del negozio ereditato dal padre, in cui Leonor lavora, ma la sua situazione economica è la medesima, ed il loro litigio sarà il vero punto di volta nella trama.
I ragazzi, ignari di tutto, vedranno i loro genitori cambiare atteggiamento nei loro confronti, gli impediranno di frequentarsi senza dare spiegazioni e così Jake e Tony si sentiranno in dovere di difendere la loro amicizia e faranno voto di silenzio. Questo mutismo in cui si chiuderanno i due farà impazzire i genitori, giorni interi senza rivolgergli parola, senza un saluto o un gesto d’affetto. Tony venuto a conoscenza dalla madre della situazione in cui si trovano ovviamente informerà subito l’amico Jake, il quale cercherà di proporre invano delle soluzioni al padre.
Non sappiamo quali saranno le scelte dei genitori o dei figli, non vediamo nell’immediato cosa accade dopo quella discussione, ma ritroviamo i ragazzi cresciuti, immersi nelle loro passioni osservarsi da lontano, lasciandoci intuire qual’è stata la conseguenza di quella sera.
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